La strage di Cengles del 2 maggio 1945 

L’Anpi ricorda i caduti di Lasa

Lasa. Come ogni anno, ieri l’Associazione nazionale partigiani d’Italia si è riunita all’entrata del paese di Lasa per depositare fiori alla stele che ricorda la strage nazista della polveriera di...



Lasa. Come ogni anno, ieri l’Associazione nazionale partigiani d’Italia si è riunita all’entrata del paese di Lasa per depositare fiori alla stele che ricorda la strage nazista della polveriera di Cengles, l’eccidio perpetrato dai tedeschi la sera del 2 maggio 1945.

Dieci sono i nomi scolpiti sulla lastra. Un avvenimento drammatico che sconvolse tutta la val Venosta quando ormai sembrava che la fine della guerra non avrebbe portato altri spargimenti di sangue. Una giornata fredda, come ha raccontato Silvano Neri (1939) nel suo romanzo “Passaggio segreto”, nel quale sono riportati i fatti avvenuti pochi giorni prima dell’arrivo dei carri armati americani.

Il 2 maggio del 1945 dieci operai della polveriera di Cengles furono fucilati e trascinati giù per la scarpata. Uno di loro si salvò dal massacro perché svenne dal terrore. Chi invece non fu risparmiato da quella strage fu l’ex medico condotto di Lasa, Michele Indovina, che proprio quella sera stava tornando in bici da Silandro: intercettato dai tedeschi, fu portato al comando militare, dove fu torturato e ucciso.













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