Lido, riapertura possibile entro la prima metà di giugno 

La “Fase 2”. L’impianto gestito dalla Meranarena pronto a rimettersi in moto, ma mancano diversi passaggi Il presidente Marangoni: «Servono chiarimenti sulle normative e sui protocolli». In settimana riparte il centro tennis


Simone Facchini


Merano. Per stabilire una data certa serve una serie di passaggi, ma per la prima metà di giugno il lido di Merano sarebbe in grado di riaprire. Meranarena sta gettando le basi per offrire il servizio. La decisione definitiva dipende tuttavia dalla giunta municipale, a sua volta legata dalle disposizioni provinciali o statali. Entro la settimana, intanto, torneranno a disposizione i campi esterni in terra rossa di via Piave, altro impianto gestito dalla inhouse municipale che ha in carico diverse strutture sportive cittadine.

Riduzione delle spese.

La società presieduta dall’avvocato Guido Marangoni è stata ibernata con l’emergenza sanitaria. Smaltite le ferie pregresse, dei 17 dipendenti 13 sono stati incanalati verso il fondo di integrazione salariale, mentre altri quattro collaboratori in cassa integrazione parziale hanno continuato a lavorare alcune ore in smart working. «Provvedimenti per ridurre al minimo le spese» spiega Marangoni. «La piscina coperta e il palazzo del ghiaccio sono chiusi da tre mesi. Nei primi giorni precedenti il lockdown totale avevamo indirizzato gli operai ai lavori di manutenzione del lido in vista della ripresa estiva, che poi siamo stati costretti a sospendere».

Era la fase del “tutti a casa”, ora c’è quella della ripartenza. Tra ferie consumate, disponibilità economiche da stimare e dinamiche dell’offerta turistica ancora da scoprire, anche tra i meranesi ci sarà chi le vacanze le dovrà ridurre se non accantonare. Le piscine comunali, in questa cornice inedita disegnata dal virus, faranno da valvola di sfogo.

Domande.

Per aprire serve l’ok del Comune, che è consapevole di andare incontro a probabili deficit dovuti alle perdite per obbedire ai vincoli di capienza da una parte, e ai maggiori costi per le sanificazioni e il rispetto di ulteriori misure sanitarie dall’altra. Già, ma quali misure? «Nella legge provinciale sono previste disposizioni per le piscine degli alberghi ma al momento non vi sono protocolli specifici per gli impianti come il lido» spiega Marangoni. «Molto dipenderà dai chiarimenti normativi che stiamo attendendo, a partire dalle date per le riaperture che non sono state ancora precisate. Da qual momento, Meranarena ha tutto pronto per svolgere i lavori necessari per riattivare la struttura. Ci vorranno alcune settimane. In caso di chiarimenti a breve e col via libera del Comune, entro la prima metà di metà giugno saremo pronti ad aprire».

Sui protocolli i dubbi si accavallano. In primo luogo il mantenimento delle distanze interpersonali che sono connesse agli spazi a disposizione e dunque dalla capienza, che al lido in via ordinaria è di 2500 persone. Quante ne potranno essere ammesse contemporaneamente? Di conseguenza, sarà necessario prevedere dei turni orari? Quante sanificazioni saranno necessarie e con quali standard? Come regolare online l’acquisto degli ingressi per evitare assembramenti alle casse? «La serie di interrogativi è lunga, alla giunta abbiamo fornito una serie di ipotesi per poter prendere delle decisioni». Che a questo punto diventano politiche. E di sostenibilità economica. Il Comune versa all’anno 1,24 milioni di euro a Meranarena per gestire gli impianti e calmierare le tariffe. Le chiusure anticipate di palaghiaccio e piscina coperta hanno originato risparmi che almeno in parte potrebbero compensare il presumibile deficit del lido. Tutti vorrebbero la riapertura. Come e quando, dipendono da tante risposte.

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