Liquame sui prati di Curon Venosta: l’allarme dei Verdi

Curon venosta. Liquame versato sui prati di montagna, che ricchi di specie animali e vegetali come sono possono riportare seri danni. L’allarme arriva dall’associazione Tutela ambiente val Venosta ed...



Curon venosta. Liquame versato sui prati di montagna, che ricchi di specie animali e vegetali come sono possono riportare seri danni. L’allarme arriva dall’associazione Tutela ambiente val Venosta ed è amplificato dai consiglieri provinciali dei Verdi, Hanspeter Staffler, Brigitte Foppa e Riccardo Dello Sbarba.

“Il liquame sui prati di montagna puzza e distrugge la biodiversità. Invitiamo la giunta a porre fine a questa pratica”, scrivono i Verdi in un comunicato stampa. “Nel comune di Curon – proseguono, citando l’associazione venostana – il letame liquido è stato recentemente sparso su prati di montagna ricchi di specie, cosa che, come si è dimostrato scientificamente, nuoce al patrimonio della flora alpina e delle erbe medicinali. I prati di montagna sono degli habitat altamente sensibili, creati da secoli di agricoltura scrupolosa. In passato i prati di montagna non venivano in alcun modo concimati, e il fieno era ottenuto da erbe raccolte con riguardo. Da decenni la politica agricola altoatesina promuove l’allevamento di mucche da latte con fondi pubblici. La conseguenza è che oggi si è arrivati a un numero eccessivo di bovini rispetto a prati e pascoli a disposizione. Circa la metà del foraggio necessario (fieno e mangimi concentrati) deve quindi essere importata dall’estero. I liquami e il letame in eccesso, tuttavia, devono essere smaltiti in loco. La concimazione dei prati a valle è comprensibile, ma resta comunque problematica per le falde freatiche. Lo spargimento di liquame sui prati di montagna è un atto disperato, perché gli agricoltori non sanno più come smaltirlo. La resa aggiuntiva del fieno può essere trascurabile, la distruzione della flora alpina è fatale. Innumerevoli specie di farfalle, api selvatiche e altri insetti, che dipendono dalle erbe e dai fiori, stanno infatti scomparendo. La politica agricola altoatesina è finita su un binario morto, perché è in gran parte responsabile del massiccio deterioramento della biodiversità. Ci vuole un ripensamento immediato e radicale”.













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