“Lonely Planet” alla meranese: 351 viaggiatori raccontano 

Alla scoperta del mondo. Raccolte in un libro le storie di 471 puntate della rassegna “On the Road Again” curata da Enzo Nicolodi Pagine dense di voci e immagini: paesaggi da favola e curiosità ma anche denunce alla violazione dei diritti civili in diversi Paesi visitati


Jimmy Milanese


Merano. Perché viaggiamo? Non è forse la preparazione, l'immaginazione del viaggio, come suggeriva Baudelaire, la sua pianificazione davanti a cartine, atlanti, oggi resa meno complessa dalle nuove tecnologie, ad essere infinitamente più allettante della sua realtà effettiva? Se la partenza è già l'inizio del ritorno, allora, perché non passare la vita a immaginare viaggi senza fine, invece che compierli effettivamente?

Perché viaggiare è come vivere una piccola storia d'amore, e perché a viaggiare non si sbaglia mai. Non esistono treni sbagliati, aerei sbagliati, destinazioni sbagliate. E chi avesse un qualche dubbio che non sia proprio così, basta che si prenda la briga di leggere “On the Road Again” il volume a cura di Enzo Nicolodi che raccoglie i 35 anni della omonima rassegna che ha fatto viaggiare i meranesi, per poi chiedere loro di raccontare le loro imprese, tra immagini e video, di fronte ai concittadini.

Luoghi, persone, motivi.

Sono 351 viaggiatori suddivisi nei 35 anni di vita della manifestazione, per un totale di 471 serate a raccontare luoghi, persone, ma soprattutto i motivi che spingono alla partenza. Perché si parte col cervello in fiamme, solo per baciare un’amante sotto la torre Eiffel, ma anche per abbandonare una patria poco nobile, o si scappa per sfuggire a un destino, insomma, si parte per mille motivi. Ma i viaggiatori, quelli veri, partono solo per partire e quando lo fanno, dicono “andiamo”, come spiega in modo splendido Alessandro Banda nella prefazione del libro di viaggi.

Sono 351 viaggiatori, quindi, irresponsabilmente responsabili di avere portato, ma in certi casi riportato, un pezzo di mondo a Merano. Come i poeti che scrivono perché non potrebbero farne a meno, i viaggiatori meranesi sono partiti perché non riuscivano a restare. Sono partiti quando avevano venti anni e il mondo era ancora perfettamente diviso in due metà, e sono ripartiti quando il mondo era cambiato: loro, capelli radi in testa, mai hanno smesso di programmare viaggi, intorno alla terra. Quella gioia di spostarsi nello spazio cavalcando il tempo attraverso le pieghe misteriose di questo pianeta che in tedesco a perfino un nome: Wanderlust.

Dalla Super 8 allo smartphone.

E hanno viaggiato assai, i meranesi amici di On the Road Again. Prima, riportando a casa foto in bianco e nero o le più rudimentali riprese in Super 8. Oggi, invece, se ne vanno via con videocamere che a tratti riescono perfino a riprendere il futuro. Viaggi verso l'altrove, perché ogni paese nasconde qualcosa che vale la pena riportare a casa, soprattutto quando queste sono trame nascoste e irrispettose che vedono violati i diritti umani, e allora viaggiare e documentare è anche un poco denunciare le ingiustizie che permeano il mondo. In questo “On the Road Again” non si è mai tirata indietro, mostrando tanto le bellezze quanto le distorsioni del mondo, poi dando spazio ai suoi narratori col compito di dar voce a chi voce non ha o a chi la voce è stata tolta. E molto spesso, i viaggiatori di “On the Road” sono diventati ambasciatori di questi luoghi, popoli e genti.

Veniamo da qui.

Tutto ebbe inizio, quindi, in una lunga storia di viaggi e viaggiatori che iniziò ad essere raccontata a partire dal lontano 3 febbraio 1986, ore 20.30, quando la rassegna si chiamava “Racconti di viaggio – Giovani in viaggio”, perché erano altri, i tempi per Harry Reich ed Enzo Nicolodi ai quali venne l'idea originaria di questa manifestazione unica in Italia. Ad inaugurare quella serata, Vittorio Cavini, con il suo viaggio in Africa, poi la California di Mauro Spagnolo, la Cina di Helga Innerhofer, gli Hutteriti di Gerd Staffler, ancora l'Africa sulle moto di Cesar e Cicc, il Brasile di Nicolodi e le Ande di Claudio Speltoni. C'erano già tutti i continenti, la prima serata, nella sala di vicolo Ortwein che ancora oggi ospita la manifestazione che l'anno dopo avrebbe preso il nome che da sempre l’accompagna e anche un fortunato logo, ad opera di Giorgio Marchi, il quale nel volume racconta la sua nascita, evoluzione e riprogettazione nell'era del digitale.

Impossibile, quando si parala di “On the Road Again” non ricordare uno dei suoi padri, ovvero quel Gigi Bortoli che sulle pagine del nostro quotidiano per anni ha scritto e riportato la cronaca della manifestazione, e che nel volume celebrativo appare in copertina e con un suo racconto di un viaggio a Londra, nel settembre del 1970.

Poi, ci sono i racconti dei tanti altri viaggiatori meranesi. Viaggi incredibili e che potrebbero sicuramente entrare nei libri di antropologia. Come quello di Paola Marcello che la portò a stretto contatto con la comunità dei Brogpas, oggi stanziali in Pakistan, ma per secoli eremiti nel villaggio di Dha, nella regione nord orientale del Ladakh. Viaggi in aereo per raggiungere località inesplorate con l'ausilio dei trasporti locali, ma anche viaggi in moto, come quello di Renza Celli e Claudio Speltoni, fino in Mongolia, dove il profumo della natura non smette mai di vivere. Un profumo che pervade questo splendido volume tutto meranese e dei meranesi, che tratta Merano come immenso palcoscenico per le avventure dei suoi cittadini. Con la passione per alcuni luoghi del mondo che si sfoglia quando lo stesso Enzo Nicolodi inizia a raccontare il suo Iran, visitato e rivisitato più volte, per apprezzarne le sfumature delle diverse stagioni, nella brillantezza degli occhi delle sue bellissime ragazze. Basta un solo respiro per leggere, tutto d'un fiato, le sei pagine che raccontano l'amore di Nicolodi per la città di Isfahan, con i suoi ponti che respirano aria di poesia e di libertà.

Vite in viaggio.

Poi ci sono quelli che sono più in viaggio che a casa, tra le pagine del volume di “On the Road”. È il caso di Simon Raffeiner e le sue oltre sessantacinque mete raggiunte, oppure la bellissima intervista a Rudi Niederbacher che di nazioni deve averne visitate più di cento, nel corso della sua vita.

Insomma, nelle due lingue che si parlano a Merano, l'italiano e il tedesco, nello stile dei suoi oltre trenta scrittori che hanno voluto lasciare testimonianza dei loro viaggi nel volume che celebra questa rassegna, “On the Road Again” è la storia dei meranesi che viaggiano per amore o per scappare, oppure, per la semplice e inestinguibile voglia di viaggiare. Buon viaggio “On the Road Again”!

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