Lungodegenti, negati 9 milioni per Sant’Antonio 

La Provincia non vuole spendere questa cifra per ristrutturare l’edificio Adesso si fa strada l’ipotesi di una nuova costruzione per fare fronte alle richieste


di Giuseppe Rossi


MERANO. L'attuale collocazione del centro lungodegenti all'ex albergo Ritz Stefanie, diventato nel corso degli anni clinica Sant’Antonio, in via Cavour, è segnato. Nessuno tra il proprietario, la Provincia di Bolzano, e il gestore, il Comune di Merano, è intenzionato a spendere oltre nove milioni di euro per procedere alla radicale e necessaria ristrutturazione dello stabile che ospita 72 posti letto e che dimostra tutta la sua età.

Con una lettera ufficiale che non lascia adito a interpretazioni e dubbi, la Provincia ha comunicato alla fondazione Pitsch - gestore della casa in convenzione con il Comune - che intende nei prossimi anni dare una destinazione alternativa all'edificio, non specificando però quale.

In Comune le bocche sono cucite su questo argomento, ma sembra certo che la Provincia abbia anche comunicato di non voler assolutamente lasciare Merano da sola con il fabbisogno per lungodegenti che esiste. Come non è chiaro.

Pare però che a Bolzano i vertici della ripartizione sociale ed edilizia si siano guardati negli occhi e abbiano facilmente concordato che spendere una decina di milioni di euro per ristrutturare un edificio con capienza massima di 72 posti letto sia uno spreco. Meglio, e come dargli torto, con quei soldi realizzare un centro lungodegenti tutto nuovo, magari con una capienza di almeno cento posti letto.

In municipio e nei palazzi bolzanini si sussurra anche già una possibile collocazione del nuovo edificio, su un terreno già di proprietà provinciale. E come non pensare all'ampio spazio presente alle spalle della nuova sede di Croce bianca, Avis e Croce rossa tra la via Goethe e il parcheggio dell'ospedale Tappeiner. Se questa fosse veramente la soluzione, per la fondazione Pitsch e il “suo” centro lungodegenti sarebbe una sorta di ritorno a casa. Non sono infatti lontani i tempi nei quali l'allora presidente della Pitsch, il commercialista Manfred Bosin, mise in vendita la cubatura del maso Doblhof (l'edificio principale è sede del comprensorio sanitario di Merano) per finanziare la maxi ristrutturazione dell'hotel Seisenegg, diventato centro di alloggi protetti per anziani nel quartiere Steinach.

Costruire da zero un nuovo centro lungodegenti, in zona ospedale o meno, non è comunque un gioco da ragazzi e per vedere la struttura operativa si parla di almeno 5 o 7 anni. Ecco perché il Comune in questi ultimi mesi ha affidato all'ingegner Marco Recla l'incarico di studiare una revisione del progetto di prevenzione incendi con un budget inferiore al milione di euro. Piuttosto che ristrutturare il Sant’Antonio spendendo 9 milioni di euro meglio metterlo a norma spendendo il minimo in attesa di tempi migliori. Di certo però c'è una casa: il centro Sant’Antonio è l'unica struttura meranese riconosciuta dalla Provincia per ospitare lungodegenti, una categoria di persone, anziani in particolare, che sono in crescita esponenziale e per i quali i 72 posti letto esistenti sono già stretti oggi. C'è da augurarsi che la progettazione del nuovo edificio capace di sostituire il Sant’Antonio non tardi troppo negli anni.













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