Manodopera e parcheggi le urgenze degli artigiani 

I rappresentanti del Cna: «I giovani scelgono altri percorsi professionali» Sulla viabilità: «Posteggi riservati e procedure snelle per l’accesso alla Ztl»


di Simone Facchini


MERANO. Stato di salute generale buono, ma con una serie di piccoli-grandi problemi da risolvere. Fra i principali, la difficoltà a reperire manodopera specializzata. E una serie di appunti da muovere alla politica. Fra gli altri, l’urgenza di individuare posteggi dove poter lasciare gli automezzi in prossimità del centro e una soluzione per rendere più agili le procedure per i permessi di ingresso nella Ztl, soprattutto in vista della ormai imminente entrata in funzione delle telecamere che multeranno automaticamente chi è privo di autorizzazione. Tanti i temi sviscerati nel forum organizzato in redazione con una rappresentanza del Cna – la sigla che associa gli artigiani - composta da Günther Schwienbacher (segretario provinciale, meranese), Paolo Ferrazin (della vetreria Marinello, portavoce comprensoriale), Nello Aiello (di Edilmerano) e Felice Espro (responsabile comunicazione).

Manodopera. «Trovare aspiranti artigiani è molto più difficile nei centri maggiori che non nelle valli» spiegano Aiello e Ferrazin. «I giovani tendono a indirizzare i loro interessi professionali altrove. L’occupazione artigianale purtroppo non gode di grande reputazione. C’è una percezione fuorviante nei suoi confronti, perché invece servono alte professionalità. E chi impara il mestiere ha sostanzialmente il lavoro assicurato: il 90% dei contratti di apprendistato - precisa Schwienbacher - diventano a tempo indeterminato. Il datore di lavoro che trova un buon artigiano non se lo fa sfuggire». Rimedi? «Già ci rechiamo nelle scuole medie per presentarci, ma è difficile oltrepassare gli steccati mentali. Forse se fosse il Comune a fare da tramite con le scuole la nostra azione sarebbe più efficace e considerata». Risvolto della vicenda: le imprese delle valli che hanno risentito meno della crisi degli anni passati hanno più collaboratori e riescono più facilmente ad accaparrarsi le commesse più grandi.

Parcheggi. Nuovo Piano urbano del traffico, per il quale i lavori fervono, e Masterplan, del quale – almeno ufficialmente – si sono perse le tracce, indicheranno la rotta del futuro della città. «È assolutamente necessario – spiega Ferrazin – che vengano previste possibilità di parcheggio riservate agli artigiani. Per strada trovare posto per i nostri mezzi è sempre più difficile. Con l’amministrazione abbiamo avviato un dialogo, speriamo porti a dei risultati. Pensiamo a dei posteggi in via delle Corse, in via Toti e in via Wolf, effettivamente riservati alla nostra categoria. Anche a pagamento, dove lasciare il mezzo per più ore. Magari prenotabili via Internet. I parcheggi carico-scarico attuali in via delle Corse? Servono a poco, vi si può sostare mezz’ora al massimo e li usano un po’ tutti».

Ztl in centro città. Strettamente connessa la questione degli accessi alla zona a traffico limitato che delimita il centro. «Sono necessarie procedure più snelle. Per alcuni lavori programmati l’artigiano ha il tempo di procurarsi l’autorizzazione necessaria all’ingresso in Ztl, ma per molti altri no. Idem per quanto concerne le richieste per il suolo pubblico: bisogna presentare domanda due settimane prima per ottenere l’ordinanza del sindaco, ma in diversi casi, soprattutto per i piccoli interventi, non è possibile programmate con questo anticipo. E le multe, poi, sono salatissime».

L’artigiano di vicinato. Gli spostamenti sarebbero minori o di minore impatto, con conseguenze anche sul traffico, se gli artigiani fossero maggiormente inseriti nel tessuto urbano. «Vogliamo valorizzare l’“artigiano di vicinato”, ossia servizi più vicini alla gente. Il cosiddetto artigianato bianco non produce inquinamento. Lo producono gli spostamenti con gli automezzi. I prezzi dei locali non periferici sono però inaccessibili. Però si possono salvaguardare le “isole” già esistenti». Incentivando le aziende artigiane: magari abbassando l’Imi per gli immobili produttivi. Ma anche le tariffe per i rifiuti: «Oltre alla quota fissa – illustra Aiello – il calcolo tiene conto della superficie dell’immobile. È un parametro iniquo: tanti artigiani hanno magazzini di grandi metrature ma non producono di fatto rifiuti. Non solo: spesso i residui delle lavorazioni artigianali devono seguire canali di smaltimento specifici per i quali si paga. Di fatto, in molti finiscono per pagare due volte».

Termocheck e digitalizzazione. Due tirate d’orecchi all’amministrazione municipale. La prima per la gestione dell’operazione termocheck, la verifica della funzionalità degli impianti di riscaldamento a gasolio, gas e biomassa pagata per due terzi dal Comune: «Iniziativa lodevole, ma forse sarebbe stato opportuno coinvolgere la categoria dei caldaisti che hanno il contatto diretto con i clienti: avrebbero potuto incrementare il giro di interventi. Il progetto avrebbe potuto ottenere maggiore successo». La seconda sui temi della digitalizzazione / innovazione: «All’artigiano – afferma Espro – nessuno spiega concretamente i benefici della digitalizzazione sulla quale sta investendo il Comune. Così si rischia di produrre uno scollamento fra l’artigiano “tradizionale”, che continua a utilizzare gli strumenti che conosce, e la politica che spinge per lo sviluppo del digitale. Sarebbero auspicabili percorsi di formazione. E attenzione, l’ente pubblico tende a confondere digitalizzazione con sburocratizzazione quando invece, spesso, non è così. Anzi a volte le incombenze digitali vanno a sommarsi a quelle cartacee».

Passaggio anche sulle start up sulle quali il Comune sta investendo: «Anche in questo caso, iniziativa encomiabile. Ma sarebbe il caso di concentrasi anche sulle re-start up. Solo il 4% delle aziende artigiane raggiunge la quarta generazione. Il 30% chiude dopo un anno di attività, un altro 15% nel secondo».













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