Meranarena, il Covid costa oltre 400 mila euro 

La società inhouse. Dal Comune 190 mila euro: sul bilancio grava la scelta della giunta  di aprire il lido pur prevedendo una contrazione dei ricavi e l’adeguamento alle misure anti-virus 


Simone Facchini


Merano. Il Covid costa a Meranarena 436 mila euro. A tanto ammonta il mancato ricavo della inhouse nell’anno funestato dal virus, flessione in parte ammortizzata dalla riduzione delle spese riconducibile all’inattività delle strutture per lunghi periodi in osservanza delle misure anti-contagio. Per riequilibrare i conti, la commissaria Anna Bruzzese ha firmato una delibera in cui inietta 190 mila euro nel bilancio della partecipata al 100% municipale che gestisce diversi impianti sportivi cittadini. «L’extra-budget è figlio di una precedente decisione della giunta che la scorsa primavera, con una certa lungimiranza, aveva messo da parte una somma proprio per l’impatto del Covid» spiega l’avvocato Guido Marangoni, da qualche mese amministratore unico della società dopo che il Cda è decaduto per la fuoriuscita di due dei suoi quattro componenti. «L’esecutivo non voleva rinunciare all’apertura del lido, visto che per tanti meranesi sarebbe stato la valvola di sfogo in sostituzione delle vacanze. Era stato comunque previsto un calo dei ricavi che il Comune avrebbe coperto fino a 150 mila euro».

Spese-Covid.

Spese sicure (il lido “costa” circa 22 mila euro a settimana), introiti incerti: su questo assioma si è basata la decisione della giunta comunale che ha fatto da piattaforma per la delibera della commissaria. La somma di 190 mila euro si raggiunge con un ulteriore aumento di risorse finanziarie di 40 mila euro correlate ai costi più strettamente dovuti alle misure anti-Covid, dagli steward alle maggiori pulizie fino all’acquisto di un macchinario per la sanificazione degli spogliatoi utilizzato in diverse strutture.

Nel dettaglio, molto simile alla flessione dei ricavi del lido è quella patita dal palaghiaccio: oltre 120 mila euro, più della metà mancano dalle associazioni che a lungo non hanno potuto praticare attività. Per contro, la chiusura per più mesi della struttura di via Palade ha comportato notevoli risparmi, così come la cassa integrazione che a turno ha coinvolto la quindicina di dipendenti. Analoga osservazione per la piscina coperta (100 mila euro di introiti in meno), circa 40 dal tennis e 25 dal dopolavoro di Sinigo. Notevole la contrazione degli incassi del parcheggio presso l’ippodromo (-65 mila euro) connesso alla pressoché totale assenza dei bus che, per esempio, durante la Festa dell’Uva o il Mercatino di Natale portano significativa liquidità nelle casse di Meranarena.

I 190 mila euro integrano la somma di 1,24 milioni di budget “ordinario” assegnato all’inizio dell’anno dall’azionista unico e alla società controllata. Il consuntivo chiuderà dunque in sostanziale pareggio attorno alla cifra 1,8 milioni, a fronte dei 2,3 degli anni recenti.

Al timone.

Scoperta la casella della direzione (ma sta per essere avviato un concorso), dopo la risoluzione consensuale del contratto con Barbara Caggegi la scorsa estate, l’amministratore unico resterà alla guida della inhouse fino alla fine del mandato naturale del disciolto cda, dunque fino all’aprile del 2022. Nel frattempo la politica, quando tornerà in municipio, avrà il tempo per riflettere sul futuro della società.

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