L'allarme

Merano, bancomat «sospetti» per lo shopping in centro 

Una negoziante: «Dei clienti dopo aver sbagliato il codice Pin ripetutamente mi hanno coperta di insulti». La loro descrizione trova riscontro in altri commercianti


Jimmy Milanese


MERANO. Momenti di spavento per una commerciante del centro cittadino quando, giovedì pomeriggio, due individui sono entrati nel suo negozio e, dopo avere scelto una giacca, uno di questi si è recato alla cassa tentando di pagare con una carta bancomat del quale però non sembrava proprio possedere il codice Pin. La situazione è degenerata con una coda finale che ha visto interessati indirettamente altri commercianti dei Portici.

A raccontare la vicenda è la stessa commerciante: «Tutto è successo giovedì verso le 18 quando un uomo di bassa statura e dall'accento straniero ha cercato di pagare una giacca del valore di 89 euro. Mi ha consegnato il bancomat, nervosamente ha provato ad inserire il codice diverse volte ma senza successo.

A quel punto – prosegue la titolare del negozio – ho notato che sulla tessera c'era scritto un nome il quale difficilmente poteva corrispondere alla persona che avevo di fronte. Per questo motivo, gli ho chiesto di esibire un documento di riconoscimento e da lì è partita l'aggressione verbale e quindi le minacce». Insulti arrivati anche dal secondo elemento accorso alla cassa di quella che ha tutta l'aria di essere una banda: dalla analisi delle telecamere di servizio la commerciante ha notato la presenza di un palo all'ingresso del locale poco prima che i due uomini entrassero nel suo locale.

Ancora la donna: «Dando in escandescenza, l'uomo si è rifiutato di mostrare il documento, quindi, assieme a una persona dello stesso aspetto fisico, ha iniziato ad insultarmi pesantemente. Ero sola in negozio e quel loro fare aggressivo e minaccioso mi ha veramente spaventata. Non paghi, uno dei due ha tirato fuori un portafoglio mostrandomi sbrigativamente con disprezzo e fare provocatorio una serie di documenti, dicendo che lui era ricco. Il punto è che, invece di mostrarmi il documento identificativo richiesto o, al limite, cambiare tessera, i due mi hanno offesa, minacciata e infine sono scappati, quando hanno visto che stava arrivando altra gente».

Nella chat dei commercianti del centro cittadino l'esercente ancora spaventata ha postato gli estremi della vicenda con tanto di descrizione dettagliata delle persone coinvolte. A quel punto, altri commercianti sempre del centro sono sobbalzati, proprio perché la descrizione dettagliata di quei due individui corrispondeva a due clienti che nel pomeriggio erano entrati nei loro locali. A quanto parrebbe, in almeno altri due casi gli stessi uomini descritti dalla signora sarebbero entrati in altrettanti esercizi cittadini, per acquistare capi d'abbigliamento in modalità contactless, quindi, di valore inferiori ai 50 euro.

«Per i pagamenti contacless non chiediamo documenti. Il servizio prevede limiti giornalieri di prelievo fissati in 150 euro con un massimo di cinque operazioni, dopo le quali l'inserimento del codice Pin diventa necessario. Ovviamente, se un cliente si presenta con una carta di credito o tessera bancomat rubata o clonata e paga in questa modalità, noi non siamo in grado di controllarlo. Quindi, il rischio dei titolari del conto corrente corrispondente alla carte di essere derubati è sempre possibile», ci spiega un esercente del centro cittadino il quale, dopo avere letto nella chat dei commercianti la descrizione di quanto accaduto alla signora, consultando le riprese delle telecamere di sorveglianza ha potuto constatare che quei due personaggi avevano visitato anche il suo negozio.

Simili le modalità d'azione: «Un nostro collaboratore li aveva già adocchiati, ad essere sincero. In sintesi, uno è rimasto sulla porta guardandosi continuamente a destra e sinistra mentre l'altro è entrato nel negozio, ha scelto un capo di vestiario di poco valore, si è recato alla cassa e ha pagato con sistema contactless. Ovviamente, non posso sapere se questa persona fosse il legittimo proprietario della carta utilizzata per pagare, ma ritengo pressoché certo che i due fossero gli stessi ad avere visitato e insultato la collega», sostiene il commerciante.

Insomma, l'ennesima vicenda sgradevole, che ancora una volta sottolinea quanto il commercio cittadino sia quotidianamente alle prese con situazioni perlomeno difficili da gestire, fra truffatori e ladruncoli sempre pronti ad agire.













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