La movida

Merano, i baristi si autotassano per la security 

Con la riapertura torna la microcriminalità, cinque locali del Corso superiore hanno ingaggiato dei vigilantes per le serate dei weekend: «I problemi non sono nelle zone di nostra pertinenza ma sulla strada, dove non abbiamo controllo» 


Simone Facchini


MERANO. Vigilantes in servizio nelle serate di venerdì e sabato sul Corso superiore, pagati dai titolari di cinque locali. Un impegno - anche economico - preso per evitare situazioni intollerabili per i gestori. Nei cui esercizi il clima è sereno, ma per quanto riguarda la strada, il controllo sfugge alle loro competenze e possibilità. «Dovevamo dare una risposta immediata e abbiamo deciso di ingaggiare la security. Le forze dell’ordine sono informate e consapevoli della situazione, ci hanno garantito un tavolo per discutere e per trovare risposte. Ma non potevamo aspettare e abbiamo deciso di agire subito».

Il debutto dei vigilantes in corso Libertà nel tratto compreso fra l’ingresso del Kurhaus e piazza della Rena, dove si concentra buona parte della “movida” meranese, è avvenuto venerdì sera. Con le riaperture e la possibilità di uscire fino alle 23, la zona si è ripopolata, soprattutto di giovani che respirano ventate di semi-normalità dopo mesi di restrizioni che hanno congelato la vita sociale. Ma con i clienti è tornato anche il “sottobosco” di persone che approfittano delle circostanze per atti di microcriminalità.

«La scelta di ingaggiare la security ha portato subito risultati» spiega Roberta Prantl del bar Piccolo, uno dei cinque locali che si sono consorziati per finanziare il servizio assieme a Wunderbar, Forsterbräu, Rossini e Why Not. «I problemi non riguardano le aree di pertinenza dei nostri locali, ma quelle al di là dei “confini”, le zone che sfuggono al nostro controllo. Era successo anche l’estate scorsa nel periodo estivo di ripartenza, quando avevamo preso una decisione analoga per evitare che la situazione degenerasse».

«Abbiamo sentito la necessità di intervenire con prontezza - conferma Roberto Buciol del Wunderbar – per garantire maggiore ordine sulla strada». Per consentire ai clienti una serata piacevole, senza interferenze moleste. «Non da ultimo, al mattino dopo le serate dei weekend, quando riapriamo per servire le colazioni, ci imbattiamo in una strada insozzata». Sporcata da chi non ha rispetto perle regole del vivere civile. «Un quadro che non è degno di Merano e della sua bellezza». Con la security, anche in questo senso si spera in un giro di vite.

«Le forze dell’ordine, oltre al lavoro che già svolgono, hanno garantito un aiuto ulteriore. E ci è stato promesso un tavolo con le autorità per trovare soluzioni. Ma nel frattempo - ribadisce Buciol - abbiamo concordato di intervenire con mezzi nostri per rispondere con immediatezza alla situazione».

L’effetto deterrente della security pare possa ottenere i risultati sperati. Tuttavia non può essere la soluzione definitiva. Uno dei nodi principali sta nella coperta corta in tema di personale delle forze dell’ordine, impegnate su vari fronti e ancor più sotto pressione a causa della pandemia e del sistema di disposizioni atte a contenere il contagio, che assorbono una parte importante delle energie. Determinante, inoltre, è l’assenza di una giunta politica per fare pressing nelle giuste sedi.













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