il caso

Minacce dei No-Vax, Andrea Pizzini: «Pronto a denunciare»

Il fotografo e videomaker di Merano è l’autore di “Wellenbrecher”, progetto in cui raccoglie immagini dalla Terapia intensiva-Covid: «Toni intollerabili e accuse insensate»


di Jimmy Milanese


MERANO. Sulla sua pagina Facebook “Wellenbrecher” da dicembre dello scorso anno ha iniziato a postare foto e video dalle terapie intensive Covid, testimoniando il lavoro di tanti operatori sanitari (nella foto un fermo-immagine) alle prese con una malattia che mai avevano visto prima d’allora, così come la sofferenza di tanti pazienti, alcuni dei quali non ce l’hanno fatta.

Dietro a questa pagina Fb c’è Andrea Pizzini, apprezzato fotografo e videomaker meranese il quale con l’inizio della campagna vaccinale ha iniziato a registrare un aumento vorticoso di intimidazioni verso la sua persona e la sua famiglia da parte di No-Vax che sui suoi profili social e con messaggi privati in cui compaiono perfino minacce di morte. 

«Da quando ho iniziato a fotografare le terapie intensive Covid ho ricevuto una quantità incredibile di insulti da parte di persone che in genere hanno utilizzato un linguaggio non tollerabile, ma da quando per prevenire il diffondersi della malattia abbiamo a disposizione i vaccini, le minacce alla mia persona hanno subito una impennata, tanto che perfino un candidato alle prossime elezioni comunali si è rivolto a me con toni non accettabili sfociati nella minaccia», spiega Pizzini che assieme alla sua famiglia ha deciso di denunciare chi dovesse ancora minacciarlo.

«All’inizio erano solo insulti, mi dicevano che sono pagato dalle case farmaceutiche, dalla Provincia, mi hanno accusato di far parte del sistema, e a nulla è servito spiegare loro che per i miei video e le mie foto non ho mai ricevuto un euro», sottolinea Pizzini che spiega: «Tutto il mio percorso di immagini è iniziato per caso, in quanto un amico medico che lavora in terapia intensiva era stato insultato su Facebook e allora ho deciso di documentare il suo lavoro e quello degli oltre 200 colleghi che in questi mesi hanno lavorato nelle terapie intensive testimoniando la pericolosità del virus e tutto quello che poi è stato raccontato dai media.

La mia idea era quella di contribuire a documentare questo periodo storico, senza che nessuno me lo avesse chiesto o mi avesse pagato per farlo», precisa il fotografo meranese.

Un’escalation di minacce arrivate anche da parte di concittadini, e questo è uno dei fattori che ha indotto Pizzini a riflettere sulla possibilità di sporgere denuncia verso chi dovesse offendere lui e i suoi familiari.

«Sono un padre di famiglia e diverse persone che mi hanno minacciato anche di morte vivono nella mia stessa città. Uno mi ha detto che sarebbe venuto a cercarmi. Senza voler fare vittimismo, con mia moglie stiamo riflettendo se sia il caso di sparire dai social, anche se questo vorrebbe dire darla vinta a chi continua a diffondere falsità sui vaccini e sul Covid», racconta Pizzini.

«Il linguaggio di tanti No-Vax, in particolare nel corso delle ultime manifestazioni, si è spinto ad affermare che si possano fare paralleli tra la pandemia e il fascismo, fino a sostenere che io sarei un ingranaggio di un apparato che mirerebbe a controllare e decimare la popolazione mondiale. Non è impossibile che una persona magari poco stabile possa prendere sul serio queste sciocchezze e magari riversare il suo odio su di me o sulla mia famiglia, visto il tenore delle minacce che ricevo», aggiunge Pizzin













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