Il caso

Niente vaccino, l’Asl sospende 57 dipendenti a Merano

La direttrice del Comprensorio Pechlaner: «99 accertamenti, 13 ripensamenti e 3 sono in smart-working». Ci sono psicologi, infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia-laboratorio, ergoterapisti e ortottisti (foto Rai)


Massimiliano Bona


MERANO. I dipendenti Asl sospesi per non essersi vaccinati a Merano sono 57 e tra essi, al momento, non ci sono medici. Una cifra piuttosto elevata che ha reso sicuramente più complessa l’organizzazione del lavoro e i turni. Nella lista ci sono un po’ tutte le categorie: dalle ostetriche (una situazione analoga si è registrata all’ospedale di Bressanone) ai tecnici di radiologia, senza dimenticare psicologi e infermieri.

La buona notizia, in questo contesto, è che 13 dipendenti – davanti alla prospettiva di essere sospesi senza percepire un solo euro – hanno cambiato idea superando l’iniziale scetticismo. Naturalmente ci sono lavori che, anche in ambito ospedaliero, si possono tranquillamente fare a casa e in alcuni casi l’Azienda sanitaria, proprio alla luce della carenza di personale, ha accordato a chi non si è vaccinato la possibilità di continuare a prestare servizio tra le mura domestiche. Esaminando l’elenco dei dipendenti non vaccinati, come provenienza, non emerge una prevalenza di valligiani rispetto ai cittadini come molti sono portati a pensare.

Sul tema abbiamo sentito la dottoressa Irene Pechlaner, direttrice del Comprensorio sanitario di Merano. «Finora - spiega Pechlaner - tra Merano e Silandro abbiamo ricevuto dal Dipartimento di Prevenzione 99 atti di accertamento per non avere adempiuto all'obbligo vaccinale».

In base alle prime informazioni raccolte c’è una prevalenza di collaboratori part-time. «Stiamo parlando del 75 per cento del totale. Per adesso tra le figure professionali coinvolte ci sono psicologi, infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia, tecnici di laboratorio, ortottisti ed ergoterapisti. Sono stati sospesi 57 collaboratori, 13 si sono vaccinati, 26 sono assenti per malattia, maternità o altre aspettative mentre 3 al momento sono in smart working».

In base ad ulteriori informazioni raccolte ci sarebbero altri dipendenti che, completati ulteriori accertamenti, sarebbero pronti a vaccinarsi contro il Covid. Una buona notizia perché si tratta di professionisti apprezzati e utili al buon funzionamento degli ospedali del Burgraviato.













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