Nomi di strade, deciderà tutto una commissione 

Il nuovo regolamento. Proposto dalla maggioranza un iter che esclude l’iniziativa popolare A scegliere la rosa di nomi per l’odonomastica di vie e piazze sarà un gruppo ristretto a sette persone


Giuseppe Rossi


Merano. Il sindaco e i Verdi, arrivati quattro anni fa al governo della città di Merano a suon di slogan legati al taglio con il passato e alla democrazia diretta, toglie alla popolazione la possibilità di proporre direttamente nomi di personaggi a cui intestare piazze o vie della città. Con un nuovo regolamento che il consiglio comunale si appresta ad approvare (discussione e voto rinviati alla prossima seduta), vengono dettate le nuove regole che tracceranno il percorso da seguire per arrivare all’intitolazione di un luogo pubblico. Primo, le intitolazioni dovranno seguire la regola del riequilibrio di genere: in sostanza troppi personaggi maschili e troppo poco quelli femminili a cui sono oggi intitolate strade e piazze, pertanto spazio alle donne. Fino a quando non si arriverà al riequilibrio, su tre personaggi solo uno potrà essere una proposta maschile.

Non si potrà poi più intitolare, per esempio, una strada all'indimenticabile presidente Sandro Pertini, in quanto nome non riconducibile all'antropogeografia di Merano, ma solo a personaggi locali. E poi la procedura per arrivare a una nomina si svilupperà quasi tutta all'interno degli uffici comunali.

L’iter.

L'assessorato competente proporrà il luogo da intitolare, la giunta comunale dovrà esprimere un indirizzo, quindi la palla passerà nelle mani di una commissione odonomastica da nominare ex novo. La nominerà la giunta comunale e dovrà essere composta da 7 membri, ovvero dal sindaco, dal vicesindaco, da tre funzionari comunali dell'ufficio cultura, archivio storico e ufficio odonomastica. Ecco l'apparato e le scelte dentro il palazzo. A loro si affiancheranno due storici, uno per madrelingua. Fino a questo punto della procedura i cittadini non avranno nessuna voce in capitolo, anzi non potranno neppure partecipare alle riunioni della commissione odonomastica, che sarà sempre convocata a porte chiuse. La commissione dovrà fare per ogni intitolazione di via o piazza almeno quattro nomi e potrà non tenere conto dell'indirizzo della giunta alla quale però cinque membri su sette fanno riferimento. Il consiglio comunale, espressione dei cittadini, potrà solo scegliere tra questi quattro nomi con due votazioni, entrambe a scrutinio segreto (altro paletto che va contro la decantata trasparenza del sindaco e dei Verdi). Nella prima la rosa del personaggio sarà ridotta da 4 a 2 con maggioranza semplice. Poi con una seconda votazione, sempre a scrutinio segreto, dovrà essere scelto il nome finale, ma in questo caso servirà una maggioranza dei 2/3 dei consiglieri. La commissione odonomastica seguirà la vita del sindaco e decadrà con le nuove elezioni comunali.

In ritardo.

Peccato che questo nuovo percorso, poco trasparente e lontano dal senso di democrazia diretta arrivi dopo che scelte come l'intitolazione delle passerella sul Passirio a Martin Lutero e del passaggio a Lazago a Margareta Maultasch sono già state fatte.













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