Picchiano un barista con calci e pugni 

La vittima è un meranese di 26 anni «reo» di non aver prestato il cellulare a due coetanei che lo hanno minacciato di morte


di Mario Bertoldi


MERANO. Un’esplosione di rabbia con una violenza inaudita. Non può non provocare allarmanti considerazioni la ricostruzione di quanto avvenuto in pieno centro a Merano il 26 gennaio di due anni fa.

Alle una di notte due giovani di origini straniere, ma domiciliati da tempo nel Meranese, hanno picchiato con calci e pugni, minacciandolo di morte, un altrettanto giovane barista (A. C.) che verso le una di notte aveva concluso il proprio turno di lavoro al bar Forum. I due aggressori, che ieri sono comparsi davanti al tribunale di Bolzano per la prima udienza del processo, non gli hanno perdonato di non aver consegnato loro il telefono cellulare con il quale intendevano fare delle telefonate.

Un semplice “no” può diventare un affronto in grado di alimentare ritorsioni molto violente, addirittura con minacce di morte. Nel nostro caso le conseguenze furono limitate grazie all’intervento molto rapido di una pattuglia della polizia. Ma la violenza degli aggressori emerse comunque tutta: quando si allontanarono dal barista lasciato sanguinante a terra, uno dei due - armato di un cacciavite - gli urlò in faccia: “Non ti uccidiamo solo perchè c’è la polizia ma non girare più in Alto Adige perchè ti ammazziamo». Prima di andarsene uno dei due colpì la vittima, a terra, ancora con una serie di calci. Da ieri sono davanti alla giudice Carla Scheidle, con l’accusa di lesioni personali aggravate, Sid Ali Salmi , 21 anni di Merano ed il serbo Marko Zrnic Kevic, 22 anni, domiciliato sempre a Merano.

L’aggressione avvenne in corso Libertà, all’altezza della Cassa Raiffeisen. Il barista venne soccorso dai poliziotti ed accompagnato all’ospedale Tappeiner ove i medici gli riscontrarono ovviamente uno stato di agitazione e paura e piccole lesioni giudicate guaribili in otto giorni. Il processo è stato aggiornato al 28 marzo. Prevista la sentenza.

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