Rösch a muso duro con Volkspartei e Civiche 

I colloqui per formare la maggioranza. Svp, Alleanza e Civica per Merano spingono  per la coalizione a tre. Il sindaco per ora risponde picche. Lo spettro del commissariamento


Simone Facchini


Merano. Finiti i convenevoli, adesso le posizioni si irrigidiscono. per una terza tornata di colloqui ieri la svp si è presentata da rösch, le civiche hanno declinato l’invito ma la sostanza è la stessa: la loro richiesta è di un tavolo congiunto fra le tre maggiori forze politiche indicate dalle urne, per guardarsi in faccia assieme una volta per tutte. volkspartei e civiche rimangono ferme sulla proposta di una grande coalizione a tre. il sindaco e la sua squadra si spazientiscono: «i tre partiti (svp, alleanza e civica per merano, Ndr) tornano sempre a ribadire che le trattative devono tener conto della volontà espressa dall'elettorato, ma dimenticano che quest'ultimo ha scelto me come sindaco e reso le liste che mi hanno sostenuto e mi sostengono il gruppo più rappresentativo in consiglio comunale». sono 37 i voti che hanno separato l’elezione del sindaco rösch dalla sconfitta di dal medico. otto i consiglieri ottenuti dalla lista rösch/verdi, uno ciascuno dai due partner team k e sinistra ecosociale, otto la stella alpina, cinque alleanza, tra civica per merano. nel tetris per comporre la coalizione ci sono anche i due del partito democratico.

Le reazioni.

Mercoledì le Civiche avevano rispedito al mittente l’idea di Rösch di una maggioranza a 28, che ipotizzava dentro tutti quelli sopra citati. La Svp ieri ha fatto presente al sindaco - così la presa di posizione in una nota - «che si schiera per un governo efficace ed efficiente che rispecchi la volontà elettorale. L'elettorato si aspetta giustificatamente che i tre gruppi politici uscenti vincitori dall'ultimo turno elettorale, si mettano d'accordo per definire un programma unico, da portare avanti con un governo funzionante». La distribuzione tripolare dell’elettorato e la vittoria per lo 0,1 per cento al ballottaggio di Rösch sul Dal Medico, sono la linfa che alimentano le ragioni delle Civiche per avere voce nel governo cittadino.

Rösch tiene la posizione, anzi la inasprisce: «Da queste elezioni alcuni sono usciti vincitori, altri invece sconfitti, ci sono stati partiti che hanno guadagnato voti, altri che invece ne hanno perduti, ci sono stati candidati che sono riusciti ad arrivare al ballottaggio e altri rimasti al palo, e infine al ballottaggio c'è stato un candidato che si è affermato, se pure di stretta misura, sull'altro. Questo risultato, e soltanto questo, è l'espressione della volontà degli elettori».

La formula dei tre blocchi, continua il sindaco, «ripetuta come un mantra da Svp, Alleanza per Merano e Civica per Merano, è solo un tentativo, nonostante abbiano perduto le elezioni, di dare all'alleanza siglata fra i tre partiti un seguito nel nuovo governo cittadino. Le cittadine e i cittadini hanno affidato a me l'incarico di formare un nuovo esecutivo», tuona Rösch, che scopre le carte, «nella coalizione proposta dalla Svp e dalle due liste civiche, la lista del sindaco avrebbe tre seggi, mentre Svp, Alleanza per Merano e Civica per Merano ne avrebbero quattro. Una simile ipotesi di governo non può essere accettata. Inoltre c'è ancora da chiarire a quale rappresentante italiano verrà affidato l'incarico di vicesindaco. A nostro avviso questa carica può essere offerta al futuro partner italiano più rappresentativo, ma è necessario che le liste civiche ci sottopongano una loro proposta».

E adesso?

Adesso intravedere una via d’uscita diventa più complicato. Al groviglio, si intersecano il dovere di rispettare la composizione della giunta a sette con quattro membri del gruppo italiano e tre di quello tedesco, esito del risultato elettorale. Da confrontare con le ipotesi di un esecutivo a otto che circola nei corridoi, che dovrebbe comunque passare per una modifica dello statuto che non si fa in due minuti e che comporta valutazioni politiche di rilievo. Sull’impasse grava lo spettro del commissariamento e il rinvio a nuove elezioni. Due settimane sono già quasi passate, per fare un mese ci vuole poco.













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