«Rösch scomodo per chi potrebbe cementificare»

Merano. «Paul Rösch costretto a gettare la spugna, una commissaria per reggere la città sino a primavera. Chi ha manovrato e di chi è la responsabilità di aver mandato a vuoto le elezioni comunali?»....



Merano. «Paul Rösch costretto a gettare la spugna, una commissaria per reggere la città sino a primavera. Chi ha manovrato e di chi è la responsabilità di aver mandato a vuoto le elezioni comunali?». Se lo chiede la Sinistra Ecosociale, la lista che anche alle ultime amministrative ha rieletto un proprio consigliere e che, alleata di coalizione dell’ex sindaco Paul Rösch, è stata citata durante le trattative come lista “troppo a sinistra” per non far storcere il naso ai potenziali partner di maggioranza. I quali comunque, almeno stando a un’ipotesi ripresa sulle pagine del Dolomiten pochi giorni fa in un’intervista a Siegfried Unterberger, in pubblico avrebbero fatto solo «scontri simulati», così l’eminenza grigia della Svp cittadina. «Con gli italiani forse era tutto già concordato», suppone Unterberger.

Così la Sinistra Ecosociale torna a farsi sentire. «Appare sempre più evidente – scrive in una nota – che a “vincere” sia stata la “coalizione Cadorna” o il “partito del cemento”, o meglio, una compenetrazione delle due realtà. Da una parte un’ala conservatrice trasversale che vede come fumo negli occhi ogni accenno di apertura: che sia sociale, etica, a sinistra, ecologica o storica (preferendo salvare un generale plurisconfessato a una vittima dei lager nazisti nell’intitolazione di una strada). Affiancata da un’ala reazionaria di stampo etnico, la Svp, che ancora pretende di essere l’unica rappresentante del mondo “tedesco” e che in questo suo revanscismo trova sponda nel centrodestra delle Civiche, pronto a rivendicare un sindaco “italiano”».

L’assemblea ecosociale torna all’estate scorsa: «In un incontro cui erano presenti i candidati sindaco Dal Medico e Stampfl, gli intramontabili Zeller e Cavagna e in aggiunta l’ex assessore Zaccaria e alcuni accoliti, la “coalizione Cadorna” aveva già deciso di spartirsi il “bottino elettorale” con un patto di ferro che prevedeva un ballottaggio fra i due per poi governare a braccetto. Non è andata così: “colpa” del terzo incomodo Rösch e soprattutto di chi lo ha votato in nome di un’interetnicità reale e di una svolta ecologica e sociale. Da ciò il rifiuto di ogni compromesso fino al commissariamento. Fin qui la “coalizione Cadorna”, pronta a cedere il passo (ma in realtà sono gli stessi) al “partito del cemento”. Perché la posta in gioco per Merano è molto più ricca».

«C’è l’areale delle caserme – proseguono gli Ecosociali – da pianificare, lottizzare e ricostruire; ci sono diversi terreni agricoli (fra via Scena e via Roma, cioè fra Maia Alta e Maia Bassa) che sono nel “centro edificato” che con la nuova legge provinciale potrebbero diventare edificabili ma che sono bloccati dal Masterplan. Quel Masterplan che la giunta Rösch aveva avuto la lungimiranza di concretizzare e che qualcuno vorrebbe cancellare. Ci sono inoltre ipotesi di bretelle stradali da via Scena alla futura circonvallazione nord e da ponte Mangioni direttamente verso la Mebo che stravolgerebbero il circondario cittadino nel nome di una mobilità sempre più schiava del traffico privato turistico; e c’è il progetto della nuova cabinovia da via Galilei verso Scena e Tirolo. Cemento su cemento su cemento, insomma, con la poltrona dell’assessorato all’urbanistica da conquistare a ogni costo, anche quello di mandare a monte tutto, come è in realtà accaduto. Servono nuove case, con duemila appartamenti sfitti da anni? Servono nuove strade? Servono nuove contrapposizioni etniche elettorali? Serve nuovo cemento? Ma se l’ecologia e l’ambiente da risanare saranno i leitmotiv del futuro immediato e in prospettiva! Serve una città “schiava” del turismo? Il turismo è un indiscutibile volano economico per la nostra zona, ma Merano è soprattutto dei suoi abitanti».













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