bozza del piano sociale 

Schir: «Troppe le criticità su giovani, terza età, famiglie»

MERANO. Dopo aver partecipato all’assemblea civica di presentazione del nuovo Piano sociale, Francesca Schir, consigliera comunale del gruppo misto, in un lungo comunicato commenta la bozza del...



MERANO. Dopo aver partecipato all’assemblea civica di presentazione del nuovo Piano sociale, Francesca Schir, consigliera comunale del gruppo misto, in un lungo comunicato commenta la bozza del documento. “Il mio primo appunto riguarda la definizione la definizione di “famiglia”: dà per scontato che ne esista un solo tipo, in modo poco rispondente alla realtà. Se il 41,8% delle “famiglie” è composto da un solo membro, c’è la necessità, anche di ordine culturale, di definire al plurale la diversificazione dei nuclei”. Poi, sulla partecipazione: “Nessun cittadino ha avuto la possibilità di prepararsi, di approfondire i temi trattati, non sono stati forniti o messi online documenti utili sui quali lavorare per poter dare un contributo veramente utile alla stesura del Piano. Anche in sede di assemblea non c’erano i materiali a disposizione, né è stato fatto un quadro generale dei temi prima di iniziare i lavori di gruppo, in cui – se è vero che si poteva passare da uno all’altro – ciò avrebbe impedito di assistere all’intera discussione. Mi chiedo, inoltre, se sia previsto un altro incontro dove “tirare le fila” fra le varie proposte. Io ho chiesto personalmente all’ufficio competente i materiali e i documenti, che mi sono stati prontamente inviati, sebbene parzialmente e non nella loro versione definitiva”. Il discorso si sposta poi sul tema degli anziani. “Per quanto riguarda le case di riposo rimane ancora aperto il nodo della lista di attesa unica, promessa dall’assessore Frötscher già tempo fa in consiglio comunale. Attendevo strategie più chiare e concrete per affrontare l’invecchiamento della popolazione, ad esempio il reablement. Come psicologa, ritengo che il ricorso a questo approccio efficiente e efficace potrebbe essere una grande risorsa. Inoltre in Alto Adige non abbiamo un registro dei badanti, grave vuoto da colmare assolutamente, per iniziare, almeno a livello comunale”. Ma le criticità maggiori del Piano, scrive Schir, sono quelle nella parte relativa ai giovani. “Non è stato rilevato in nessun modo il disagio dei giovani, non si sono nominate le dipendenze da sostanze o da alcol, l’abuso delle tecnologie, le alte casistiche di suicidi. È a partire da queste considerazioni che dovrebbero prendere il via nuove strategie di prevenzione, termine assente in questo piano. Le strategie individuate, inoltre, non prevedono il ricorso a figure come gli educatori territoriali. Mi sarei aspettata anche che venisse dato corso a una mozione presentata nell’ambito della situazione delle scuole (in relazione alle strutture e al numero degli alunni presenti e futuri), respinta con la promessa che tali studi sarebbero rientrati nel Piano sociale. Purtroppo non c’è traccia di un’indagine in questo senso”.













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