Solland «brasiliana» ma con riserva 

L’ha spuntata per 9,2 milioni un gruppo sudamericano: offerta subordinata al versamento della caparra entro il 15 giugno


di Giuseppe Rossi


MERANO. La ex Solland Silicon di Sinigo potrebbe diventare un'azienda a traino brasiliano. Ieri scadevano i termini per l'ultima gara d'asta indetta dai curatori fallimentari della fabbrica di Sinigo, da oltre un anno in procedura concorsuale. E nessuno, come c'era da attendersi, si è presentato alla gara per la vendita dello stabilimento in blocco unico. La novità però sta nel fatto che l'avvocato Bruno Mellarini e il professor Luca Mandrioli, curatori del fallimento, hanno contestualmente accettato l'offerta vincolante che era stata presentata oltre un mese fa da un gruppo industriale brasiliano, che si era dichiarato pronto a rilevare lo stabilimento di produzione di silicio per 9,217 milioni di euro. Pur mandando deserta l'asta fallimentare, il giudice ha accolto la proposta dei due curatori ed ha assegnato lo stabilimento al gruppo industriale sudamericano, del quale non è ancora stato fornito il nome per tenere fede al vincolo di segretezza che è stato richiesto con l'offerta vincolante. Ma nonostante questo passaggio formale, non tutto purtroppo è certo che vada a buon fine. A mancare infatti non è un dettaglio, bensì il versamento della cauzione, che la società brasiliana avrebbe dovuto depositare entro ieri. La giudice Francesca Bortolotti, pur senza vendita perfezionata ha invitato l'impresa brasiliana a versare l'intero importo di 9,217 milioni di euro per l'acquisto della fabbrica di Sinigo entro il 15 giugno. Se entro quella data la cifra non arriverà sul conto dei curatori fallimentari, si apriranno nuovi scenari. L'offerta vincolante di acquisto infatti non consente di ritrarsi, se non subendo l'obbligo di pagare delle forti penali. A testimoniare che però l'interesse della società sudamericana esiste va registrato il fatto che ieri mattina in tribunale assieme ai curatori e al giudice fallimentare c'era anche un rappresentante della società.

Ora a Provincia, ex dipendenti Solland Silicon e sindacati non resta che attendere il trascorrere dei giorni fino alla metà di giugno. A quel punto si saprà il destino finale dell'ex fabbrica di silicio. Il presidente della giunta Arno Kompatscher e i suoi assessori si sarebbero aspettati il pagamento della cauzione e il buon fine dell'asta, passaggio questo necessario per sospendere i lavori di svuotamento dei silani e di messa in sicurezza degli impianti, programmati alcuni mesi fa con conclusione entro la fine del mese di ottobre. Invece di fronte a questa situazione di ulteriore stallo la dismissione degli impianti prosegue secondo le lunghe procedure imposte dai rischi connessi alla sicurezza. Nella vendita in blocco all'asta, oltre agli impianti e al terreno, gli acquirenti acquisteranno anche i magazzini e la forza lavoro al momento ancora in carico alla ex Solland Silicon.













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