Solland, si cerca un lavoro agli ultimi due dipendenti 

Fine di un’era. Ora sono 36 i collaboratori impegnati nelle ultime operazioni di svuotamento Sette saranno assunti da Eco Center. Intanto la fabbrica è uscita dalla normativa Seveso III



Merano. Gli ex dipendenti Solland Silicon attualmente impegnati nello svuotamento dell’impianto sono 36: di loro, dodici andranno in pensione entro la fine dell’anno, sette saranno assunti da Eco Center spa e per appena due o tre si sta ancora cercando una nuova posizione lavorativa. «Nei colloqui individuali cerchiamo di offrire a ogni dipendente una prospettiva per il futuro. Finora ci siamo riusciti molto bene, nonostante la crisi», commenta il direttore della controllata della Provincia Marco Palmitano a margine di un recente incontro col sindaco Paul Rösch.

I dipendenti da ricollocare.

Appena tre settimane fa, in un’intervista all’Alto Adige, il presidente di Eco Center spa Guglielmo Concer dichiarava che il numero degli 38 ex dipendenti Solland rimasti si sarebbe via via sfoltito nel giro di pochi mesi (per la fine dell’estate ne dovrebbero restare dodici), finché i 15 chilometri di tubazioni non fossero stati completamente svuotati dei tricolorosilani rimasti. Pochi giorni prima, Concer aveva già annunciato di fronte all’assemblea annuale della controllata della Provincia che con due tonnellate di materiale ancora da portare via l’impianto si poteva finalmente collocare al di sotto dei parametri di pericolosità definiti dalla legge Seveso III. «Se un incidente dovesse accadere oggi, ne sarebbe colpita al massimo l’area della fabbrica stessa», spiega Palmitano.

La sicurezza dell’impianto.

Ovviamente la prospettiva di un incidente che possa pregiudicare la salute o la vita dei 36 collaboratori non è affatto gradevole. Ma per lo meno si può confidare nei dati dei quali l’anno scorso era stato informato con dovizia il consiglio comunale, dati che riducono a una porzione infinitesimale la probabilità di un incidente.

Per Rösch si tratta di ottime notizie: «In una situazione di insicurezza Eco Center spa ha dato sicurezza. La cittadinanza di Merano e dell’intero Burgraviato può di nuovo dormire sonni tranquilli. Questo è stato possibile soprattutto grazie all’eccellente lavoro di squadra degli ex dipendenti Solland che, dopo le difficoltà iniziali, hanno dimostrato di essere capaci di grandi cose. Grazie al sostegno di tutti gli interessati e anche della Provincia siamo finalmente riusciti a lasciarci alle spalle anni di incertezze. Questo non è certo un percorso facile, ma è il primo passo verso un futuro sostenibile per la zona industriale di Sinigo, da cui, in fin dei conti, tutta Merano può trarre profitto».

Gli irriducibili.

Di recente gli irriducibili della fabbrica di Sinigo hanno rivolto al governo e al parlamento una petizione online che al 18 giugno contava circa 200 firme, alle 19 di ieri 325. “C’è un investitore cinese di primaria importanza – questo il testo – che ha manifestato da tempo al Ministero dello sviluppo economico l’intenzione di investire e di riassumere tutto il personale per il rilancio dell’impianto di produzione. L’investitore cinese chiede che il governo italiano assista l’operazione perché il costo di riavvio dell’impianto si è fatto elevato per via del prolungato stop della produzione, per alcuni investimenti e miglioramenti ambientali necessari per rimediare ad alcuni danni provocati dallo svuotamento dell’impianto”. Un investitore cinese che secondo una nota diffusa lo scorso marzo dal consigliere provinciale Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) sarebbe stato «pronto a mettere sul piatto 65 milioni di euro». «Speculazione politica», aveva ribattuto il suo collega Diego Nicolini (M5s) chiarendo che quella dell’investitore cinese era un’offerta fuori tempo massimo. Con tanto di gelata da parte della proprietaria Al Invest srl. S.M.













Altre notizie

Attualità