Solland Silicon, in estate il punto di non ritorno 

Se non si trova un acquirente gli impianti verranno spenti definitivamente Messa in sicurezza: costi per 11,5 milioni. Senza contare l’eventuale bonifica


di Giuseppe Rossi


MERANO. Il punto di non ritorno per lo stabilimento di produzione di silicio della ex Solland Silicon di Sinigo si avvicina sempre di più. Se entro l'estate non verrà trovato un compratore per la fabbrica, la Provincia completerà a proprie spese la messa in sicurezza dell'impianto di produzione, smantellando le linee di produzione e svuotando i silani.

A mettere i paletti sul percorso dei prossimi sette mesi è stata la giunta provinciale su proposta del presidente Arno Kompatscher. La Provincia in sostanza stanzia altri dieci milioni di euro (lo scorso ottobre aveva deliberato il primo milione e mezzo) per completare lo svuotamento degli impianti della ex Solland Silicon entro il 31 ottobre, in modo da garantire, così recita la delibera siglata dall’esecutivo, la sicurezza della popolazione residente. Toccherà alla Memc Electronic Materials occuparsi con il proprio personale specializzato e grazie all'apporto di consulenti esterni, dello spegnimento degli impianti. Memc finanziata in tutto e per tutto in questa attività dalla giunta provinciale.

Legge Seveso. Di fatto a imporre questo passo alla Provincia è la legge Seveso, che obbliga Regioni e Province a farsi parte attiva in caso di rischi sulla salute e sicurezza dei cittadini legati ad impianti pericolosi andati fuori servizio.

Gli effetti della delibera possono essere riassunti nel fatto che a ottobre 2018 la Solland Silicon non potrà più essere messa in funzione e un eventuale acquirente della fabbrica sarebbe costretto a ripartire da zero con costi elevatissimi di ripartenza. Costi che potrebbero essere risparmiati se entro l'estate un possibile acquirente si facesse avanti.

Un eventuale interessato però dovrà farsi avanti appunto entro l'estate, perché a quel punto le complesse procedure di messa in sicurezza non potranno più essere fermate.

Aste deserte. Ma sul fronte dell'acquisto della Solland Silicon da parte di un investitore privato le notizie non sono delle più positive, visto che l'ennesima asta giudiziaria per la vendita della fabbrica con un prezzo di cessione ormai ridotto a 9 milioni di euro è andata ancora una volta deserta. E per il momento non sono in previsioni nuove aste con prezzo ribassato.

Costi di spegnimento. A luglio 2017 si parlava di circa due milioni di euro di spesa per spegnere gli impianti della Solland Silicon, una cifra da subito apparsa irrealistica. Ora a conti fatti, mettendo assieme l'ordinanza del presidente Arno Kompatscher di ottobre 2017 e la delibera dell'altro giorno, i costi per il solo spegnimento e messa in sicurezza della fabbrica sono saliti a 11,5 milioni di euro. Ma potrebbe non essere finita qui. Assolti gli obblighi imposti dalla legge Seveso, la Provincia potrà chiamarsi fuori e a quel punto i meranesi e gli abitanti di Sinigo avranno sulle spalle un'area di diversi ettari di terreno inquinati e da bonificare. Il tutto a spese del Comune, dei cittadini quindi.

Nessuno a Merano si è ancora dimenticato quanti soldi il Comune ha dovuto spendere per bonificare l'ex area del gas: si spesero oltre 12 milioni di euro per l'area che oggi è diventata residenziale, ma mancano ancora le bonifiche dei terreni sotto la via Toti e del circolo ippico.













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