Un altro giro di vite contro i bivacchi 

Ordine del giorno della giunta per ampliare l’elenco dei luoghi sensibili: ci sono asili, centri di cura, scuole e passeggiate


di Sara Martinello


MERANO. È il cosiddetto “daspo urbano” quello in cui potrebbe incorrere chi fosse sorpreso più volte in situazioni di bivacco, qualora il consiglio comunale approvasse le modifiche al regolamento di polizia urbana proposte incrociando le segnalazioni di cittadini ed enti con la normativa stabilita col decreto Minniti prima e col decreto sicurezza poi. La delibera riguarda l’articolo 6 bis del regolamento, quello relativo alle misure “a tutela della sicurezza e del decoro urbano di particolari luoghi”, che sarebbe modificato rendendo passibili di allontanamento le persone che impediscano la libera fruizione di uno spazio compreso nel raggio di cento metri da asili, scuole, plessi scolastici, ospedali, case di cura e case di riposo, della Wandelhalle e della passeggiata Lungo Passirio dal ponte della Posta a ponte Teatro.

Finora l’unica ordinanza ufficiale sul divieto di bivacchi riguardava le scuole di via Galilei, ordinanza emanata poche settimane fa. Ma le diverse situazioni segnalate dai cittadini e da enti come la direzione sanitaria e notate dalla polizia locale meranese hanno portato quest’ultima a fare un’istruttoria, portando poi la relativa proposta alla giunta comunale. Di qui l’inserzione all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale, martedì e mercoledì sera, dove però la discussione su altri argomenti – primo fra tutti il Masterplan, ma anche l’esposizione dell’assetto e degli aspetti finanziari del garage in caverna – ha reso impossibile la trattazione delle modifiche al regolamento di polizia urbana.

Vocabolario alla mano, “bivacco” significa “sosta all’aperto di breve durata e per lo più notturna”. Secondo le modifiche proposte, significa che chiunque sia sorpreso in situazioni che possano pregiudicare la libera fruizione dello spazio pubblico, che si tratti di un parco o della sala d’attesa del pronto soccorso, può essere allontanato dal luogo di bivacco dagli agenti della municipale. In caso di recidività si arriverebbe di fronte al questore, e fino alla prigione per i casi giudicati più gravi.

Se anche il consiglio comunale desse il proprio via libera, sarebbero facili e immediati i paralleli con le ordinanze simili emanate da alcuni sindaci italiani da cinque anni a questa parte, dal padovano Bitonci al veronese Tosi, fino al fiorentino Nardella, cui hanno fatto seguito sonore critiche da parte della sinistra. E questo potrebbe mettere in imbarazzo il sindaco verde Paul Rösch.

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