Via delle Corse, fermato il secondo rapinatore 

L’operazione. Scarcerato lunedì, il 21enne aveva derubato e picchiato un serbo poche ore dopo I due complici erano stati subito presi, lui era scappato: è stato rintracciato in viale delle Terme



Merano. La “latitanza” è durata due giorni. Nel tardo pomeriggio di mercoledì si trovava in viale delle Terme quando i carabinieri lo hanno individuato. Prima che potesse fuggire, come lunedì scorso dopo aver rapinato un uomo presso un bar di via delle Corse, lo hanno immobilizzato.

Nei confronti di Abderrezak Bourdoume, ventunenne, è scattato il fermo d’indiziato per il delitto di rapina e aggressione. In carcere c’è già Mohamed Samir, di due anni più giovane, suo complice l’altra sera ma anche un mese fa quando assieme avevano rapinato con l’uso di uno spray al peperoncino un ragazzo davanti all’edicola Garber in corso Libertà, sebbene la loro versione davanti al magistrato sia stata quella di una lite degenerata.

Il “bis”.

Insomma, i due algerini - da tempo residenti a Merano - se ne sono infischiati della condanna (in vero un patteggiamento) che lunedì pomeriggio aveva inflitto loro il giudice Carlo Busato per l’episodio sul Corso: due anni e sei mesi a Bourdoume (la posizione più pesante tra le due, per aver strappato materialmente la catenina d’oro alla vittima), due anni e tre mesi a Samir. Scarcerati in attesa che la sentenza diventasse definitiva, solo poche ore dopo erano tornati in azione. Questa volta in tre, perché con loro c’era anche una sedicenne già conosciuta dalle forze dell’ordine. In un locale di via delle Corse, quindi anche in questo caso in pieno centro, hanno alleggerito uno straniero di un telefono e di un portafogli contenente alcune decine di euro. Il trentaseienne serbo aveva provato a riappropriarsi del maltolto ma per tutta risposta era stato aggredito, subendo una ferita all’arcata sopraccigliare. I carabinieri avevano rapidamente intercettato il terzetto, ma il ventunenne alla vista dei militari era riuscito a fuggire mentre per il diciannovenne si riaprivano le porte del carcere di via Dante a Bolzano e la ragazza veniva trasferita in una struttura per minori. Nel frattempo la compagnia aveva predisposto un piano di ricerca a largo raggio dell’algerino in fuga, controllando luoghi e persone che avrebbero potuto ospitarlo o nasconderlo.

Il nuovo intervento.

Mercoledì sera l’ultimo capitolo. I militari della stazione di Cermes, mentre si apprestavano a chiedergli i documenti, hanno riconosciuto il fuggitivo e sono intervenuti prima che potesse provare a darsela di nuovo a gambe. Gli è stato sequestrato un cellulare, ma anche un orologio di marca Omega di provenienza sospetta: non è escluso che stesse cercando di venderlo per ottenere il denaro e magari lasciare il territorio, in modo da sottrarsi alle ricerche delle forze dell’ordine.

Qualsiasi fosse il suo piano, è saltato. Ora i due dovranno vedersela nuovamente in tribunale dove, per i fatti di corso Libertà, non avevano ammesso le loro responsabilità scegliendo la strada del patteggiamento in vista, una volta passata in giudicato la sentenza, di una richiesta di messa in prova ai servizi sociali. Ma la loro posizione adesso si complica. SIM

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