Via Manzoni, cubatura ai raggi X Scatta l’indagine sui condomini 

Edilizia privata. Al Comune è stata segnalata una presunta dichiarazione mendace nel disegno delle tre palazzine costruite nel 2018. I residenti tremano: gli scenari possibili vanno dall’archiviazione alla perdita dell’abitabilità


Sara Martinello


Merano. L’agenzia, il mutuo, il carico di speranze. L’eccitazione di sentirsi nel pugno il mazzo di chiavi, i progetti per risistemare il giardino, il sollievo di quella piccola area giochi salvifica in tempi di reclusione forzata. E poi la paura di perdere quel nido appena conquistato.

Succede agli abitanti del complesso “Manzoni”, le tre palazzine bianche dai grandi balconi coi parapetti nerastri incastrate tra l’omonima strada e via Petrarca, ai civici 109/A, 109/B e 111/A. Dal Comune infatti è arrivato il preavviso di annullamento in autotutela delle concessioni edilizie rilasciate dall’aprile del 2016, quelle che hanno permesso la realizzazione del complesso.

Il tutto per via di presunti movimenti di terreno non rappresentati nel progetto fornito alla commissione competente, proprio in corrispondenza del sedime di un edificio, che potrebbero aver determinato computi irregolari di altezza e cubatura.

La commissione operante.

Bisogna sapere che nell’aprile di quattro anni fa la commissione edilizia si era appena insediata per via di diverse fumate nere in seno alla (quasi) neonata amministrazione Rösch. Quella eletta nel 2010, ormai scaduta dal giugno precedente, aveva continuato a operare oltre il proprio mandato proprio per questo motivo, presieduta dall’allora assessore Christian Gruber (in caso di sua assenza, dal sindaco Günther Januth).

Il 16 marzo 2016 si delibera la nuova composizione dell’organo, stavolta presieduto stabilmente dal sindaco Paul Rösch, che assume la competenza sull’edilizia privata. Sarebbe del sindaco verde la firma sull’atto di rilascio della concessione, ma è possibile pure che il parere sia stato dato qualche mese prima dalla commissione precedente, quella della legislatura Januth.

“Movimenti di terra”.

La demolizione della cubatura preesistente è già stata approvata nel 2015. Nell’aprile del 2016, la commissione edilizia delibera a favore della concessione per la realizzazione di tre edifici residenziali, secondo il progetto inoltrato al Comune dallo studio meranese Sua (di Harald Stuppner e Stefan Unterweger).

Nel 2018 vengono completate le tre palazzine: balconi ampi, garage interrati e tetti piani, una semplicità interrotta dai giardini curati e dalle grida dei bambini delle tante famiglie che ci si insediano, al settimo cielo per essere riuscite ad accaparrarsi i 64 alloggi. Zona centrale e ben collegata, combinazione allettante.

Volumetria complessiva dichiarata, circa 16.900 metri cubi, come riporta il sito web dello studio dei progettisti e come confermano le carte in mano all’architetta Alessandra Boscarolli dell’Ufficio edilizia privata del Comune. È lei, responsabile dei procedimenti di rilascio delle concessioni e del preavviso di annullamento in autotutela, a precisare – in accordo col sindaco, titolare degli atti – quello che secondo il segnalante potrebbe rivelarsi un vero terremoto per i proprietari degli appartamenti.

Quattro anni dopo, infatti, negli uffici dei Portici arriva una segnalazione: sarebbero stati fatti riempimenti di terreno non rappresentati graficamente nel disegno. E qui parte la procedura di verifica del Comune. «In base all’articolo 68 del regolamento edilizio – spiega Boscarolli – i movimenti di terreno sono autorizzati solo in caso di effettiva necessità tecnico-costruttiva connessa alla conformazione del terreno naturale e vanno segnati graficamente. Infatti possono produrre effetti significativi: ad esempio, se si interra una parte di edificio che da progetto sarebbe dovuta rimanere fuori terra si incide sulla cubatura. Quindi – sempre nell’ambito delle esemplificazioni – se si può edificare per un volume di 1000 metri cubi e se ne “occultano” 200, poi si disporrà di ulteriori 200 metri cubi da realizzare».

Una pratica necessaria.

Ma che cosa succederà, adesso? La funzionaria è cauta. Impossibile non provare empatia davanti a tutte queste persone, pure nell’esercizio di un dovere giuridico che, se non attivato, potrebbe indebolire la posizione dell’amministrazione e in futuro prestare il fianco alle speculazioni.

«Per ora le verifiche sono ancora in una fase embrionale. Abbiamo inviato il preavviso di annullamento in autotutela delle concessioni edilizie, una comunicazione sicuramente spiacevole per chiunque la riceva, perché atto dovuto e necessario a informare gli interessati degli accertamenti che stiamo facendo. Ancora non sono arrivate prese di posizione motivate da parte della vecchia committenza, ma qualora ricevessimo la dimostrazione della regolarità dell’opera archivieremmo la pratica».

Certo, guardando tutte le persone che nel complesso “Manzoni” ci vivono è l’ipotesi più auspicabile. All’altro estremo, lo scenario della perdita dell’abitabilità o della parziale demolizione. In via Manzoni non vola una mosca.













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