WineFestival, sfida tra contadine e chef 

Il branzino in salsa di pomodoro preparato da Tucci messo a confronto con i canederli di castagne, già 8 mila presenze 


di Jimmy Milanese


MERANO. Due contadine, Mathilde Wieser del Neuhäuslhof di San Genesio e Monika Stocker del Niederwieserhof di Avigna “contro” Johnny Tucci, chef dell’Hotel Ambasciatori di Rimini. Così comincia al «Merano Wine» Festival la Cooking Farm: evento gastronomico che da anni fa da contorno alla manifestazione ideata dal patrono Helmuth Köcher. Uno accanto alle altre, chef dell’alta gastronomia cucinano i loro piatti raffinati accanto alle contadine altoatesine che dal canto loro possono vantare la conduzione di pensioni o hotel di eccellenza, con un seguito di assoluto rispetto in termini di clienti e presenze.

Cosa possano avere in comune il branzino in salsa di pomodoro preparato da Tucci con i canederli di castagne delle sue contadine è lo stessi Köcher a spiegarlo.

«Nulla e tutto, potrei dire, ma è l’idea di cucina d’alta qualità, comunque e dovunque, ad essere al centro di questo esperimento che – spiega Helmuth – è ormai uno degli eventi clou della nostra manifestazione».

Mentre Tucci usa i guanti, riporta la cottura del pesce alla tradizione della pentola di ferro, oleata e leggermente riscaldata, osservando come lentamente i cubetti di branzino prendono il sapore del pomodoro Torpedino e delle spezie scelte. Poco distante Mathilde e Monika impastano a sfera con le loro nude mani bagnate, pane e farina fresca di quelle castagne che in questa stagione abbondano nei boschi altoatesini.

Arrostire, friggere e lessare, spiegano gli chef, con o senza stella, sono arti che hanno a che fare con il linguaggio della cucina. E per parlare quella lingua «non serve altro che pazienza, amore e cultura del territorio», ricorda Giorgio Nardelli, coordinatore del team di oltre trenta cuochi che ogni anno prendono parte con entusiasmo e passione al Festival.

Per ogni piatto, non può mancare mai l’abbinamento al vino più appropriato: in fondo, questa manifestazione è un Wine Festival.

«Scelta complessa – spiega Köcher – ma sempre possibile, anche oggi, quando abbiamo scelto un vino bianco che potesse andare bene sia per un branzino sia per i canederli».

Il motivo alla base degli abbinamenti temerari sta nella capacità di intersecare prodotti, sapori e origini, in definitiva «toccando il territorio non solo dal punto di vista enogastronomico, ma anche in quello che può offrire culturalmente».

E i territori sono da sempre fonte di contaminazione, proprio per via del percorso che la storia dei loro abitanti ha disegnato. Sfumature che si sentono tutte al Wine Festival, per partecipare al quale «non necessariamente bisogna essere degli esperti di vino», chiarisce Helmuth, come quando due anni fa gli inviati delle trasmissione televisa «Le Iene» si presentarono in incognito con il Tavernello, accostandolo ai vini del Festival.

«Per noi non fu certo un’offesa – aggiunge Köcher – quando riuscirono a farlo passare per vino di qualità ad alcuni partecipanti, proprio perché quello che il Festival si propone di fare è soprattutto creare un clima, una comunità di persone legate da una passione comune e comunque – conclude il patron – certo che non sarebbero riusciti a farla franca con i nostri esperti»..

È ancora presto per le cifre definitive ma già ieri è stato possibile fare un primo bilancio: finora le presenze si aggirano a quota ottomila.

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