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Nasce la rete dei Festival italiani di montagna: ci sono “I suoni delle Dolomiti”

Dal Trentino alle Marche passando per Sardegna e Toscana si fa rete per un nuovo modello di turismo ed economia circolare



TRENTO.  Alcune manifestazioni che rappresentano ormai un importante patrimonio per l'Italia, sempre più orientato verso un turismo sostenibile ed esperienziale, hanno deciso di unire le forze.

Obiettivo, "perseguire con ancora più incisività un percorso all'insegna dell'educazione ambientale attraverso la musica, considerata come un mezzo e non come un fine": così è annunciata la nascita della rete dei Festival italiani di musica in montagna.

Nina Zilli, un'emozione per cinquemila

Alla fine tutto il pubblico si è alzato in in piedi per ballare. Tutto merito della regina del soul Nina Zilli che per "I Suoni delle Dolomiti" si è esibita sui prati di Camp Centener sulle Dolomiti di Brenta in Val Rendena. Sotto un cielo coperto la cantante piacentina si è presentata in scena con una band di sette elementi - tutti rigorosamente in nero - per proporre una lunga cavalcata tra i suoi successi più noti su un tappeto di suoni acustici. Al suo fianco Riccardo Gibertini alla tromba, Angelo Cattoni alla fisarmonica, Nicola Roccamo alle percussioni, Antonio Vezzano alla chitarra acustica, Marco Zaghi al sax e flauto, Gian Luca Pelosi al basso e Gabriele Montanari al violoncello.  

Hanno aderito I Suoni delle Dolomiti (Trentino), Musica sulle Apuane (Toscana), MusicaStelle Outdoor (Valle d'Aosta), Paesaggi Sonori (Abruzzo), RisorgiMarche (Marche), Suoni Controvento (Umbria), Suoni della Murgia (Puglia) e Time in Jazz (Sardegna).

La caratteristica che accomuna questi festival è la proposta pratica da diversi anni di un modello di turismo ad economia circolare in luoghi naturali, non antropizzati, con il paesaggio inteso come elemento peculiare ed imprescindibile di ogni singola proposta culturale.

Piovani, incanto per 3 mila ai "Suoni delle Dolomiti"

In un concerto di un'ora e mezza il maestro e premio Oscar Nicola Piovani ha ripercorso alcune delle tappe più significative della propria produzione musicale incantando i numerosi spettatori che sono saliti appositamente in quota  nell'ampio slargo di Pian della Nana che sale dolcemente in bellissimi prati verso il Brenta. Praterie d'alta quota nelle quali camminare è un piacere unico. L'hanno sicuramente apprezzato i tremila spettatori che sono saliti, trasformando via via quei prati in un mare di colori diversi. Tutti lì per il maestro Nicola Piovani e l'appuntamento de I Suoni delle Dolomiti, dopo aver diviso posti auto, dato passaggi a sconosciuti per un giorno di condivisione, musica e di impegno per rispettare il più possibile quest'angolo poco conosciuto di Trentino. Lo stesso Piovani ha voluto sottolineare a inizio concerto la bellezza dei luoghi: "Fare musica così è un regalo che il cielo ci fa".

"La buona riuscita del festival in montagna - si legge nella nota congiunta degli stessi festival - è dovuta in gran parte al rapporto con il proprio pubblico, che viene introdotto alle buone pratiche e fatto partecipe della propria responsabilità sociale nei confronti dell'ecosistema e dell' "ambiente".

"Si tratta - proseguono - di esperienze che, come riscontrato tanto in occasione delle varie manifestazioni quanto da studi e ricerche anche di carattere universitario, anche relativamente alle norme di sicurezza anti-Covid. 













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