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Obbligatorio un anno di materna. Tedesco, sì ai colloqui e corsi

Approvata la proposta a sorpresa sulle materne. I presidi verificheranno il livello linguistico delle famiglie. Il questionario sul tempo prolungato verrà spedito a 55 mila nuclei familiari


Davide Pasquali


BOLZANO. Iscrizione libera in qualunque scuola, che sia italiana o tedesca, ma colloqui obbligatori per verificare la conoscenza della lingua principale di insegnamento da parte di alunni e famiglie, con contestuale obbligo a frequentare corsi nel caso in cui il livello di conoscenze linguistiche non sia ritenuto sufficiente. L’emendamento, sostenuto dal presidente Arno Kompatscher e proposto dai tre assessori provinciali alla scuola, ieri è stato approvato nella prima commissione legislativa del consiglio provinciale con i tre sì dei consiglieri Svp Magdalena Amhof, Paula Bacher e Gerhard Lanz.

Assieme però ad un’altra grande novità: la giunta ha intenzione di introdurre anche un anno obbligatorio di scuola materna, una volontà che lascia per certi versi interdetti, anche perché a livello nazionale esiste la scuola dell’obbligo a partire dai sei anni, con le primarie, non dai cinque con le scuole dell’infanzia. Intanto, la Provincia comunica di aver spedito a 55 mila famiglie il formulario riguardo alle richieste di prolungamento dell’orario di nidi, materne e primarie, al pomeriggio e d’estate. Insomma, bolle davvero molto in pentola sul tema scuola in questi mesi pre-elettorali.

Si chiamerà consulenza
Ecco cosa recita l’articolo approvato ieri e che andrà in aula per l’approvazione definitiva, con il resto della legge «omnibus», orientativamente già a maggio: «Fatto salvo il diritto degli esercenti la potestà genitoriale di decidere in merito all’iscrizione nelle scuole dei diversi gruppi linguistici, il dirigente scolastico può, anche dopo l’avvenuta iscrizione, prevedere un colloquio obbligatorio di consulenza, se da parte degli esercenti la responsabilità genitoriale non vi è un supporto linguistico e un accompagnamento nella lingua d’insegnamento». I termini e le modalità del colloquio di consulenza «e, se necessario, dei corsi di lingua obbligatori nella lingua di insegnamento prima delle lezioni sono definiti dalla giunta provinciale». Nella relazione accompagnatoria al disegno di legge, si spiega che «lo scopo del colloquio di consulenza è quello di far sì che i genitori prendano una decisione consapevole nell’interesse primario del minore che tenga conto, fra l’altro, anche delle sue capacità e delle sue inclinazioni». Come largamente anticipato nelle ultime settimane dall’assessore Philipp Achammer, il comma, voluto dalla Svp e appoggiato dalla Lega, impone dunque l’obbligo di colloqui e corsi, ma lascia, come c’era da attendersi in base allo statuto di autonomia, piena libertà di iscrizione alla scuola preferita, che sia italiana, tedesca o ladina. Emerge però subito una criticità: si parla di obbligo, ma non si prevede alcuna sanzione per chi non dovesse adeguarsi.

L’anno di materna obbligatorio
Decisamente più inatteso, il secondo comma approvato ieri: «Un anno della scuola dell’infanzia è obbligatorio. La giunta provinciale definisce i relativi criteri e dettagli, potendo stabilire che per l’anno obbligatorio non debba essere corrisposta una retta per concorrere alle spese di gestione». Nella relazione accompagnatoria si chiarisce che il fine è «di garantire che tutti i bambini frequentino un’istituzione formativa della scuola al fine di facilitare, anche mediante la continuità educativa tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, il passaggio alla scuola primaria».

Le motivazioni e le critiche
La presidente Svp della commissione, Amhof, spiega: «L’obbligo dell’ultimo anno di materna consente un passaggio più formale, così si possono indirizzare anche meglio i bambini». E si consente loro anche di iniziare a imparare prima la lingua. «Questa è stata una delle motivazioni della scelta degli assessori». In quest’ottica di obbligatorietà, conclude, «l’anno di materna non sarà mai a pagamento». L’assessore Giuliano Vettorato conferma. La ritiene «una strategia molto positiva». Qui «non si parla tanto di bambini italiani o tedeschi, ma soprattutto di origine straniera. Uno strumento in più per le famiglie, a tutela del minore. E poi chi non frequenta almeno un anno di materna prima di iscriversi a scuola, non si può confrontare con gli altri». Alex Ploner (Team K), assieme a Myriam Atz Tammerle (Stf), Marco Galateo (FdI) e Ulli Mair (F) ieri si è astenuto e ha chiesto che in aula la questione venga ripresa e approfondita. «Mi pare - commenta - che non ci siano le idee chiare su come proseguire, su quali regolamenti di attuazione si intendano introdurre in pratica. Abbiamo appreso le notizie riguardo agli emendamenti quasi solo dai media. Ci vuole tempo per discuterne a fondo. In consiglio dovranno dirci come intendono procedere». Ploner si dice perplesso soprattutto riguardo all’obbligo di materna. «Come si farà a imporlo? I proponenti mi sono parsi poco preparati al riguardo». «In che lingua verranno tenuti, i colloqui, se i genitori non conoscono il tedesco? In arabo, in cinese, in pakistano?» Se lo chiede Galateo. «Più che una consulenza - sostiene - pare un invito a desistere». Il consigliere di FdI annuncia quindi che in aula presenterà «un emendamento per rendere questi colloqui solo successivi all’iscrizione». E propone: «Si dovrebbe introdurre, a livello volontario, la scuola bilingue, ma gestita all’interno della sovrintendenza italiana. Una sperimentazione, con insegnanti premiati per questo sforzo ulteriore anche dal punto di vista economico». Molto critico infine, Galateo, anche sull’obbligo di materna: «Come faranno a farlo rispettare? C’è un limite forte, fra teoria e pratica. Piuttosto le famiglie devono essere aiutate, coinvolgendole in percorsi costruiti ad hoc, non imponendo. A scuola le imposizioni non funzionano».

Scuola, nuovo sistema dei voti
Ieri in commissione legislativa è infine passato un ulteriore emendamento, che limita a una scala da 4 a 10 i voti, sempre proposto dai tre assessori.

Questionario a 55 mila famiglie
Intanto l’Agenzia provinciale per la famiglia ha confermato quanto anticipato ieri dal nostro giornale riguardo al formulario inviato alle famiglie altoatesine per sondare le loro reali esigenze di assistenza ai bambini da 0 a 10 anni al pomeriggio e nel corso del periodo estivo. Attualmente sono già state contattate oltre 50.000 famiglie: più di 42.000 online e circa 13.000 per posta. L'assessora alla famiglia, Waltraud Deeg, invita tutte le famiglie a partecipare al sondaggio: «Questo rilevamento è una delle misure concrete che stiamo adottando in termini di politica del tempo. Utilizzeremo poi i risultati come base per le prossime decisioni in materia di politica famigliare, continuando così a costruire le condizioni quadro in base alle esigenze delle famiglie. Rispondere alle domande richiede solo pochi minuti, ma è di grande importanza per l'ulteriore sviluppo dell'Alto Adige come una provincia accogliente per le famiglie», conclude l'assessora.













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