fauna

Orso trovato morto, la carcassa all’Istituto zooprofilattico per l’autopsia. La Lav: «Non ci fidiamo della Provincia»

Istanza degli animalisti a Fugatti: «Si coinvolga il Centro di Referenza Nazionale del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria»



TRENTO. La carcassa di M62, l’orso «confidente» sul quale pendeva un ordine di abbattimento da parte della Provincia e trovato morto domenica 30 aprile sul Brenta, è stato portato ieri sera (2 maggio) all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie dove sarà eseguita l’autopsia.

«Chiediamo urgenti e approfondite analisi per accertare le cause che hanno determinato la morte di M62– chiede la Lega antivivisezione – e se dovesse essere confermata l’ipotesi bracconaggio siamo pronti a denunciare anche chiunque abbia in questi giorni istigato i cittadini ad azioni violente nei confronti degli orsi, magari ipotizzando la necessità di ridurne il numero fomentando odio nei confronti di questi animali».

La Lav vuole verificare quanto è accaduto all’animale e ricostruire la dinamica del suo decesso. Per questo ha inviato un’istanza al Presidente Fugatti chiedendo che il corpo di M62 possa essere analizzato anche con il coinvolgimento del Centro di Referenza Nazionale del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria.

«Secondo le informazioni ufficiali, rilasciate subito dopo il ritrovamento del corpo dell’orso, le ferite rilevate farebbero pensare che la morte possa essere correlata a un evento di predazione da parte di un altro orso, cosa non infrequente – scrive la Lav – però l’animale potrebbe anche essere stato vittima di un atto di bracconaggio, magari come conseguenza diretta del clima di violenza suscitato dalle dichiarazioni pubbliche di Fugatti a seguito della morte di Andrea Papi». «Da quel giorno, infatti, il Presidente trentino, pur di distogliere l’attenzione dalle sue responsabilità, non perde occasione per puntare il dito contro gli orsi chiedendone l’uccisione o la deportazione in massa in altri territori. In questo contesto risulta oggettivamente difficile fidarsi delle comunicazioni ufficiali che giungono dalla Provincia di Trento».













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