sanità

Ospedale, sale operatorie ancora "bollenti": interventi chirurgici troppo lenti

Quattordici nuovi ambienti inaugurati a marzo hanno il sistema di refrigerazione che non sopporta le alte temperature


Valeria Frangipane


BOLZANO. Era successo a luglio, è accaduto nuovamente nei giorni scorsi con le massime arrivate a 38 gradi. Nelle nuove sale operatorie del San Maurizio è tornato a farsi sentire un caldo insopportabile con massime di 30 gradi e umidità oltre i limiti che ha mandato in crisi chirurghi, anestesisti, infermiere strumentiste ecc.

Colpa dell’umidità alle stelle e soprattutto di un impianto nuovo di zecca che non ce la fa a sopportare temperature troppo elevate. E il secondo impianto noleggiato dall’ospedale a luglio, per potenziare quello centrale andato in tilt, non è abbastanza potente e supporta il primo solo in parte. Troppo piccolo ma era l’unico disponibile in un momento in cui tanti ospedali sono alle prese con lo stesso problema.

Il personale - esausto - è tornato a farsi sentire con la direzione del San Maurizio che è corsa ai ripari una seconda volta. Irene Pechlaner - direttrice del Comprensorio sanitario di Bolzano - dice che l’impianto di condizionamento fatica ancora - anche se è stato potenziato da un secondo gruppo frigo - a gestire i picchi di caldo tropicale: «Abbiamo rimandato alcuni interventi, non urgenti, fissati a fine giornata, ma li stiamo già recuperando. Ieri pomeriggio la situazione è tornata nella norma».

I medici ricordano che i valori considerati corretti per una sala operatoria sono: temperatura dell'aria tra 20-24 gradi centigradi. Umidità relativa tra il 40-60%, indipendentemente dalla stagione. Franz Ploner - ex primario di Anestesia, ex direttore sanitario dell’ospedale di Vipiteno, oggi consigliere provinciale Team K - dice che nei giorni scorsi gli sono arrivate numerose segnalazioni da ex colleghi - «in queste condizioni non possono lavorare» - e torna a denunciare evidenti errori nel collaudo: «Questa situazione non è accettabile. Chiederò ragioni al presidente Arno Kompatscher, che è anche assessore alla sanità».

La sintesi è sempre la stessa. Le quattordici sale operatorie del San Maurizio, dotate di tecnologia d’avanguardia, inaugurate in pompa magna a fine marzo, hanno il condizionamento che non va. E la nuova clinica da 450 milioni - tutta vetrate, - inizia a creare problemi. Ma come se ne esce? Domenico Cramarossa, ingegnere, direttore dell’Ufficio nuove costruzioni dell’Azienda sanitaria, dice che a fine anno verranno installati macchinari provvisori più potenti per non avere problemi con gli interventi chirurgici nell’estate del 2024.

Ma sarà a fine 2025, con la realizzazione della nuova centrale tecnologica con il cantiere appena approntato lungo via Merano, che l’ospedale risolverà ogni questione. «Se non ci fosse stata la pandemia non avremmo dovuto fare tutti - e parlo di tecnici, medici, infermieri - i salti mortali, anticipando in via provvisoria la fornitura di macchine, i gruppi frigo, che in realtà erano previsti in via definitiva e adeguatamente dimensionati solo con la nuova centrale tecnologica, la cui realizzazione parte ora. Questione che ci ha consentito di mettere subito a disposizione dei sanitari la nuova clinica per l'emergenza Covid, lasciando indietro altre cose. Nel 2025 installeremo i nuovi gruppi definitivi. Molto potenti. La struttura che andiamo a realizzare - composta da due grandi blocchi - conterrà la centrale per la gestione dei fluidi energetici ed un imponente centro logistico. All’interno del complesso anche la stazione ad alta e media tensione che è già stata realizzata».













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