Adesione incondizionata: «Bisogna  testare più persone possibile» 

Santa cristina. Tra i 3 mila selezionati per effettuare i test tampone ed esame sierologico nell’ambito dell’emergenza coronavirus a Santa Cristina, c’è Marlis Goller, che accompagna nella sede della...



Santa cristina. Tra i 3 mila selezionati per effettuare i test tampone ed esame sierologico nell’ambito dell’emergenza coronavirus a Santa Cristina, c’è Marlis Goller, che accompagna nella sede della Protezione civile il figlio di 6 anni Mattia Pitscheider. “È stata una piacevole sorpresa ricevere l’invito a presentarsi – dice Goller - Senza esitazione abbiamo accettato anche di accompagnare nostro figlio, in quanto sosteniamo e apprezziamo l’iniziativa di testare il numero maggiore possibile di persone”. “Spero - aggiunge Mattia - che questo studio ci aiuti a tornare a scuola a settembre. Non mi è piaciuto questo periodo, anche se ho avuto la fortuna di aver in casa la mamma maestra. Ho giocato molto con mia sorella, ma mi sono mancati gli amici”.

Mattia Runggaldier frequenta le elementari a Ortisei e viene accompagnato a fare il test dalla mamma Elena Moroder, che con il marito gestisce un’attività commerciale. “Siamo stati felici quando abbiamo ricevuto la lettera con cui si chiedeva a nostro figlio Mattia di presentarsi per il test, Sosteniamo l’iniziativa, anche perché un nostro familiare ci ha lasciati anche a causa del virus - dice Moroder - La chiusura totale delle prime settimane ci è sembrata assolutamente giusta. D’ora in avanti, però, bisogna cercare di tornare il più possibile alla normalità, ovviamente seguendo le nuove norme di comportamento per evitare un’eventuale seconda ondata di contagi. Ma sia adulti che bambini hanno bisogno di contatti sociali”. “Credo che se il mio risultato fosse positivo mi sentirei più tranquillo - racconta Mattia – Con la didattica a distanza è andata bene, ma frequentare la scuola è meglio, soprattutto per il contatto con i miei amici. A settembre spero si possa tornare in classe, anche se con qualche precauzione”.

Sempre da Ortisei si sono presentati ai test anche Kevin Mauroner e la mamma Waltruad Malsiner. “Inizialmente non eravamo entusiasti dell’invito inviato a Kevin per effettuare il test. Tuttavia con il passare dei giorni, ci siamo ricreduti”, dice la signora. “Sono sempre stato bene e non temo il risultato - spiega Kevin - Con la scuola da casa mi sono trovato bene. Ho trovato anche dei vantaggi rispetto all’insegnamento in classe, tuttavia stare con i compagni è meglio”.

Sensazioni particolari le hanno vissute ieri Ivonne Moroder e il figlio Isaak Perathoner prima di entrare nel centro della Protezione Civile per il test. “Mio padre è venuto a mancare alla fine di marzo e siamo ancora scossi per il lutto - racconta la signora Moroder – più che mai siamo favorevoli che vengano raccolti quanti più dati possibili, utili alla ricerca scientifica su questo virus con la speranza di ottenere risultati importanti e fronteggiare al meglio la pandemia. Vedo la massima professionalità nello svolgere il test”. “Io ho un po’ di timore per il prelievo del sangue, ma so che lo faccio per una giusta causa – aggiunge Isaak – anch’io non ho avuto difficoltà per la scuola con la didattica a distanza, grazie anche all’aiuto di mia mamma, maestra, ma mi mancano i compagni di classe”. S.Z.













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