I commercianti alla Provincia: «Aiutateci o chiuderemo» 

La lettera di 51 negozianti. L’emergenza Covid e le restrizioni hanno tagliato «fino al 90% le vendite di Natale» «Senza turisti non c’è lavoro, gran parte dei nostri collaboratori sono disoccupati e non abbiamo aiuti dallo Stato»


Stefano Zanotti


Dolomiti. Una stagione invernale senza turisti, come questa segnata da Covid e misure restrittive, sta fortemente limitando l’attività dei negozi e del commercio. E dalla Val Badia, dalla Val Gardena e dalla Pusteria 51 commercianti si sono rivolti alla giunta provinciale con una lettera pubblica per richiamare l’attenzione sulla loro situazione difficile e per chiedere aiuto.

“Capiamo e condividiamo il fatto che la salute, più che mai, sia questione prioritaria, quindi anche le rigorose restrizioni le abbiamo capite. Tuttavia – scrivono i commercianti - la nostra situazione è drammatica. Soprattutto per i rivenditori di articoli sportivi, scarpe e abbigliamento e soprattutto nei comprensori degli sport invernali. Drammatica e, probabilmente, ai più non ancora chiara. Con la chiusura imposta dal 24 dicembre al 6 gennaio, si è perso il 90% delle vendite di questa stagione - si legge nella lettera - Già colpite duramente durante il lockdown la scorsa primavera con ampie scorte ancora nei magazzini quando si è dovuto improvvisamente chiudere proprio nel momento in cui stavano iniziando le svendite di fine stagione, le nostre 51 imprese hanno spesso generato più del 70 per cento del loro fatturato annuale nel periodo da Natale a Pasqua”.

“La passata stagione invernale - spiega anche a nome dei colleghi Oliver Stuffer, vice presidente dei commercianti di Ortisei e rappresentante di categoria nell’Associazione turistica locale - è terminata con un calo importante di vendite, un aumento di scorte e di conseguenza con una minor liquidità. Questo inverno, invece, probabilmente finirà con un fallimento pressoché totale”.

“Con l’acquisto della merce, fatto in un momento in cui la gravità e le conseguenze della pandemia non erano ancora prevedibili, tra gennaio e febbraio 2020, si sono dovuti pure anticipare i pagamenti. Questa merce – continua Stuffer - ora si trova nei negozi e gran parte di essa non andrà venduta e noi non verremmo rimborsati. Se già in queste settimane si fatica a vendere i capi invernali, tanto meno saranno richiesti dopo, in primavera e verso l’estate. Sono destinati a rimanere venduti e magari proposti con ribassi notevoli il prossimo inverno, condizionando il profitto anche per i prossimi dodici mesi”

Finché gli impianti di risalita e le attività turistiche non aprono, il commercio nelle stazioni di sport invernali è fermo e l’annuncio di una possibile nuova chiusura a febbraio non è di buon auspicio.

“Questa situazione è una minaccia per l’esistenza di tante imprese. Invece dei consueti 14 collaboratori – indica Stuffer - al momento riesco ad occuparne 1,5. Solo altri due godono ancora della cassa integrazione e tutti gli altri, essendo stagionali, risultano disoccupati. Insomma, il 75% dei collaboratori non sta percependo un euro e è un’indicazione valida anche per i miei colleghi. La lettera firmata da 51 commercianti di Gardena, Badia e Pusteria vuol sensibilizzare il presidente Kompatscher e l’assessore all’economia Achammer in modo da far riflettere prima e far quindi prendere provvedimenti a favore della nostra categoria. I contributi statali si fanno desiderare, quindi auspichiamo maggior sensibilità da parte della Provincia e con aiuti concreti”.

Si guarda anche a Germania e Austria, dove sono pianificati aiuti molto più consistenti: "Dal 30 all’80% del fatturato – sottolinea il vice presidente dei commercianti di Ortisei – Così possono coprire le spese, a differenza di noi che non riusciamo a farlo. È sconfortante e inaccettabile che per la nostra categoria siano previsti sostegni senza alcun rapporto con il danno subito: sarebbe opportuno un indennizzo corrispondente a una percentuale fissa della perdita di vendite”.

“Sentendo che per l’aumento della retribuzione dei dipendenti pubblici ci sono i fondi necessari, diventa poi difficile accettare l’affermazione della politica secondo la quale non ci sono ulteriori risorse per garantire gli aiuti al nostro settore. L’assessore provinciale Achammer – conclude Stuffer - ha annunciato che entro la primavera dovrebbero arrivare i sospirati contributi. A differenza di altre volte, quando dopo rinvii su rinvii nulla alla fine è arrivato, speriamo che questa promessa venga mantenuta”.

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