«Impianti contro l’ambiente» 

Critiche al piano di integrazione delle aree sciistiche Croda Rossa-Monte Elmo e Comelico Superiore


di Ezio Danieli


ALTA PUSTERIA. Risale a metà luglio scorso la sigla, a margine della riunione del Comitato comuni confinanti, dell’intesa tra le Province di Bolzano e i Comuni di Sesto e Comelico superiore (Belluno) per la realizzazione di infrastrutture per l’integrazione dei comprensori turistici Croda Rossa-Monte Elmo e Comelico Superiore. Per il progetto è previsto un investimento di 44 milioni di euro, il 70% coperto con fondi pubblici e il 30% da privati.

Ma Mountain Wilderness non ci sta: “È un progetto con danni irrecuperabili per quel territorio, che interessa zone Natura 2000 e Dolomiti Unesco”, sostiene l’associazione ambientalista, che ribadisce come "puntare sulla monocoltura dello sci, per lo più a quote medio basse (Padola è 1200 metri, la cima dei Colesei 1900 metri), non è un modo lungimirante per investire cifre rilevantissime di soldi pubblici”.

Non mancano le critiche alla provincia di Bolzano, “che si fa vanto di gestire il proprio territorio in modo sostenibile e attento alla conservazione ambientale, ma poi accetta di destinare fondi pubblici per alterare un’area fuori dai propri confini, cioè il Comelico. È un progetto con un impatto paesaggistico enorme e costosissimo: 44 milioni di euro, di cui 26 milioni finanziati dalla Provincia di Bolzano attraverso il fondo per i Comuni confinanti. I progettisti, le imprese che opereranno e chi costruirà gli impianti saranno tutti della Provincia di Bolzano. Al Comelico resterà una montagna sventrata, piste a bassa quota con prevedibili difficoltà di innevamento e conseguente ripercussione sulle risorse idriche”.

Secondo Mountain Wilderness, “elevato sarà anche il rischio di bilanci in rosso, a causa degli alti costi di gestione, che la Regione Veneto sarà chiamata a sostenere con rifinanziamenti annuali”.

In alternativa Mountain Wilderness propone uno sviluppo turistico “sostenibile, come richiede un Patrimonio Mondiale Unesco, non basato sulla filosofia delle ruspe e del cemento ma che valorizzi le risorse storiche, culturali, paesaggistiche e naturalistiche dell’area, che contrasti lo spopolamento e operi soprattutto a livello culturale, umano ed educativo”.

Meglio puntare, secondo l’associazione ambientalista, “sulla tutela dell’ambiente, del paesaggio e della natura, sulla realizzazione di percorsi storici, culturali e naturalistici che portino il turismo sui luoghi rilevanti della zona, sulla promozione e valorizzazione del ciclo turismo; sulla promozione e valorizzazione di percorsi enogastronomici, estivi e invernali, con una rete di sentieri percorribili anche con le ciaspole, sulla promozione di una rete di strutture agrituristiche che valorizzino l’agricoltura di montagna e la vendita di prodotti locali, sul miglioramento della rete di trasporti pubblici fra Venezia e le Dolomiti”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA















Altre notizie

Il caso

Chico Forti, si avvicina il rientro in Italia: ha lasciato il carcere di Miami: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
L'ANNUNCIO Giorgia Meloni: "Chico Forti torna in Italia"

Attualità