Il caso

In montagna con i tacchi? «Si paghino i soccorsi» 

Fa il giro dei social la foto di una turista non attrezzata su un sentiero sopra Braies. Il sindaco Mittermair: «Se ne vedono di ogni genere in quota, quell’immagine può essere vera» 


Fausto Da Deppo


BRAIES. Gira sui social, popolare fra i gruppi di appassionati di montagna, la foto di una donna che percorre un sentiero indossando scarpe con i tacchi. E sono partite subito le discussioni. Sono ripartite, per meglio dire, perché i turisti che affrontano tracciati in montagna, addirittura sentieri attrezzati o ferrate, in abbigliamento non proprio “tecnico” sono un tema ricorrente.

La foto (che non pubblichiamo, perché non abbiamo una verifica definitiva su tempi e luoghi in cui è stata scattata) si riferirebbe a un’escursione a Braies, precisamente lungo il percorso da Ponticello a malga Stolla, e il sindaco di Braies, Friedrich Mittermair, interpellato, mescola nel commento critica e rassegnazione: «Non ho visto questa foto, ma in fatto di frequentatori della montagna se ne sono viste e ne ho viste di ogni genere.

La foto può essere vera. Fra la gente, fra i turisti che arrivano in montagna ce ne sono di quelli che si inoltrano anche in quota con scarpe con i tacchi o altre calzature o indumenti non adatti all’ambiente e alle caratteristiche del sentiero. Se questa foto fosse vera, non mi stupirei più di tanto, purtroppo.

Posso invece dire che, di fronte a casi simili, verrebbe da essere d’accordo con chi invoca una certa severità verso questi escursionisti. Se, per esempio, una escursionista in tacchi fosse malauguratamente vittima di un incidente in montagna, verrebbe da dire che il costo degli interventi di soccorso di cui dovesse aver bisogno o una parte di quel costo si potrebbe valutare di addebitarglielo».

E la questione non va “sottovalutata bensì affrontata concretamente” anche secondo Tania Cappellari, consigliera nella Comunità comprensoriale Val Pusteria. Cappellari sottolinea che «la montagna merita rispetto, comportamenti e abbigliamento adeguati» e sollecita informazioni indirizzate ai turisti «sin dalla prenotazione dell’alloggio. A partire dall’Azienda di soggiorno e poi alberghi, residence, b&b e altre strutture ricettive devono dare poche, semplici regole che i turisti devono seguire per le gite».

«A contribuire a questi episodi (la signora in scarpe con i tacchi sul sentiero, ndr) è la facilità con cui si raggiungono oggi molte località di montagna. Non c’è da stupirsi - dice Cappellari - che il turista non comprenda la pericolosità nell’indossare, ad esempio, scarpe inadeguate».

Ma non c’è soltanto la disinformazione, secondo Cappellari, che precisa: «Ritengo poi che sia da incoscienti dilettarsi in avventure senza conoscere la montagna e i suoi pericoli e sono l’incoscienza e la superficialità a mettere a repentaglio non solo la propria vita ma anche quella dei soccorritori. È quindi doveroso richiedere il rimborso delle spese sostenute (elicottero compreso) in caso di intervento non dovuto a una vera e propria emergenza. Non è accettabile e giustificabile che i mezzi di soccorso vengano impiegati per futili motivi e magari proprio in queste circostanze risultino non disponibili immediatamente per rispondere a un’emergenza».













Altre notizie

Attualità