Le valli ladine commemorano San Giuseppe Freinademetz 

Val badia. Il 29 gennaio si commemora il santo ladino Giuseppe Freinademetz, nato a Oies in Val Badia nel 1852, morto missionario in Cina nel 1908 e canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 2003....



Val badia. Il 29 gennaio si commemora il santo ladino Giuseppe Freinademetz, nato a Oies in Val Badia nel 1852, morto missionario in Cina nel 1908 e canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 2003. Come scrive Elsa Zardini, presidentessa dell’ ULd’A – Union de i Ladis d’Anpezo, “si tratta del primo santo delle cinque valli ladine ex asburgiche, che trovano in questa straordinaria figura un ulteriore motivo di unità e di comune appartenenza nonché il proprio protettore”.

“A causa dell’emergenza sanitaria - prosegue Zardini - quest’anno non si potrà festeggiare il nostro Santo nella maniera usuale. Verrà celebrata comunque la messa in suo ricordo venerdì alle 18 in Basilica parrocchiale”.

“Giuseppe Ujöp Freinademetz - ricorda la presidentessa ULd’A - nacque il 15 aprile 1852 a Ojes. Dopo gli studi a Bressanone venne ordinato sacerdote nel 1875. Seguendo la chiamata di Dio, nell’agosto 1878 entrò nella Casa missionaria a Steyl (Olanda), fondata tre anni prima, e divenne uno dei primi due annunciatori della fede della giovane Congregazione missionaria. Nella primavera del 1879 partì per la Cina. La famiglia, alla quale era molto legato, e l’amata patria non l’avrebbe mai più riviste. Prestò il suo servizio per due anni nella diocesi di Hongkong, quindi si recò nel Sud-Shantung, zona missionaria affidata ai Missionari Verbiti. Instancabile, è stato un pioniere e un missionario itinerante. Si dedicò alla cura di catecumeni e nuovi cristiani, alla formazione dei catechisti e dei sacerdoti cinesi. Spesso portò la responsabilità della missione. Dal 1900 è stato Provinciale e Superiore dei Missionari Verbiti in Cina. Il 28 gennaio 1908 morì di tifo”.

“Nel 1908, quando arrivò la notizia della morte di padre Ujöp Freinademez, si affermava già che era morto un santo. Durante la guerra e negli anni seguenti - continua Zardini - il numero di persone che invocavano il suo nome e che cercavano la sua protezione ed il suo aiuto è cresciuto notevolmente. Nel 1936 ebbe inizio in Cina il processo istruttorio per la sua beatificazione. Un anno dopo anche a Bressanone e a Steyl. Intanto, sempre più gente invocava padre Giuseppe Ujöp Freinademetz quale intercessore per questioni di famiglia, di casa, stalla, campagna, lavoro...”.













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