Marebbe dà casa e lavoro a cinque richiedenti asilo 

Buono l’inserimento nella comunità del gruppo alloggiato nella residenza Sanvì San Martino attende sei arrivi: il Comune cerca una struttura dove ospitarli


di Ezio Danieli


VAL BADIA. Mentre a Badia continuano le proteste per il no dei consigli pastorale e amministrativo a ospitare una famiglia di profughi nella canonica semivuota di La Villa, sei richiedenti asilo sono giunti a Longega, frazione di Marebbe, dove hanno trovato ospitalità nella casa Sanvì, disabitata da un paio d’anni, arredata e pronta per essere occupata.

L’operazione di trasloco dal centro di accoglienza di Bolzano si è completata da poco. Dei sei profughi, uno si è già trovato una nuova sistemazione: in un alloggio a Brunico, dove lavora. Anche gli altri cinque rifugiati sono occupati, nel settore turistico e in agricoltura. “Si trovano bene a Longega - dice l’assessore al sociale Elisabeth Frenner - la casa è accogliente e offre a ciascuno di loro una stanza singola dotata di ogni comfort. Ed è positivo il loro inserimento nella comunità locale, favorito anche dal fatto che hanno un’occupazione”.

A San Martino in Badia, invece, il Comune sta cercando una soluzione adeguata per l’accoglienza dei richiedenti asilo destinati al paese. Il sindaco Giorgio Costabiei ricorda che la “giunta ha due-tre soluzioni pronte per accogliere i richiedenti asilo. Le stiamo vagliando con attenzione e penso che troveremo quella migliore entro una decina di giorni. I profughi che dovremmo ospitare sono sei, ma non è escluso che potrebbero arrivarne di più. Molto dipenderà dall’ubicazione scelta”.

Cinque profughi sono arrivati a La Valle, uno dei Comuni della Badia che hanno aderito allo Sprar. Nella casa messa a disposizione dalla parrocchia, erano stati completati i lavori di ristrutturazione e la gestione è affidata alla Comunità Val Pusteria. Provengono da alcuni Paesi africani e già si trovano bene.

“La situazione per loro è ideale e fra la popolazione non c’è alcuna protesta - dice il responsabile della Comunità di valle - a dimostrazione del fatto che i sentimenti di preoccupazione per il loro arrivo sono spesso frutto di pregiudizi e di scarsa attenzione per il problema di queste persone che fanno parte di un problema gigantesco alla cui soluzione bisogna contribuire”.

La Badia comunque non ha ancora trovato un accordo completo sull’organizzazione dell’accoglienza dei richiedenti asilo che le sono stati complessivamente assegnati. A Corvara resta il no, ripetuto, del consiglio al progetto Sprar, Badia nei giorni scorsi ha registrato il no della Chiesa all’utilizzo della canonica di La Villa per una famiglia, mentre un altro nucleo familiare di profughi troverà posto in un edificio di proprietà comunale.

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