Politica in lutto per la morte di Fabio Rella

Ortisei/bressanone. Val Gardena e Val d’Isarco sono in lutto per la morte dell’ex assessore provinciale e Cavaliere Fabio Rella, nato a Ortisei ma spentosi nella città vescovile. Rella, esponente...



Ortisei/bressanone. Val Gardena e Val d’Isarco sono in lutto per la morte dell’ex assessore provinciale e Cavaliere Fabio Rella, nato a Ortisei ma spentosi nella città vescovile. Rella, esponente della Democrazia Cristiana, durante la settima legislatura – dal 1978 al 1983 – subentrò al collega di partito Pasqualin, eletto alla Camera dei Deputati. In qualità di assessore supplente gli vennero affidate le competenze che facevano capo al suo precedessore. Contestualmente Giorgio Pasquali venne nominato vice-presidente e Remo Ferretti divenne assessore effettivo.

Del Piero: «Si adoperò molto per la convivenza».

Claudio Del Piero, attuale vicesindaco di Bressanone, lo ha conosciuto quando era giovanissimo. «Venni in contatto con lui nelle sedi di partito. Era la vecchia Dc, avevo ancora i calzoni corti. L'ho incontrato frequentandolo di nuovo tra la fine degli anni Ottanta e il 2000 sempre per via della politica locale. Imprenditore, dirigente di industrie, uomo colto, cattolico e sempre pronto a consigliare e indirizzare noi "giovani amministratori" con ottimismo e una dose di paternalismo che assomigliava alle raccomandazioni di un buon padre di famiglia. Amava la città in cui si era trasferito da giovane e soprattutto aveva capito prima di molti altri cosa era necessario avere per poter convivere in Alto Adige. Ricordo che era anche un cacciatore appassionato».

Pedron: «Puntò molto sulla conoscenza del tedesco».

«Lo ricordo come uomo di spiccata cultura, di grande intelligenza ed eleganza. È stato un politico lungimirante che ha visto prima di tanti altri nella diffusione della conoscenza linguistica la chiave per garantire alla nostra comunità maggiori mezzi con cui relazionarsi e renderci partecipi delle opportunità del nostro territorio. Favorirne l’apprendimento in un periodo dove non era scontato è stato uno dei suoi cavalli di battaglia ed è stato capace di difendere le proprie posizioni e le proprie idee con garbo e a volte anche con decisione. La comunità brissinese deve in gran parte a lui e alla sua famiglia la realizzazione nei primi anni 50, con gli esigui mezzi finanziari allora a disposizione, del primo oratorio don Bosco che tanta parte ha avuto nella formazione della gioventù brissinese. Senza dubbio personaggio che ha dato peso e lustro alla nostra città anche in ambito provinciale». MAX.BO.













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