Sci, fino alla Befana stagione da record 

Lazzari (Dolomiti Superski): «Vento e mancanza di precipitazioni non sono un problema. I dati sono in lieve crescita»


di Massimiliano Bona


ORTISEI/CORVARA. Il presidente di Dolomiti Superski Alessandro Lazzari si sta fregando le mani. Nonostante un calendario non particolarmente favorevole (vedi la mancanza di un ponte “vero” per l'Immacolata) e l'assenza di precipitazioni l'avvio di stagione è stato «leggermente superiore» allo scorso inverno, definito «eccezionale» dagli stessi addetti ai lavori.

Due le preoccupazioni degli ultimi giorni: il Föhn caldissimo che spirava nel fondovalle a fine 2018 e le raffiche di vento fortissime in quota ad inizio anno che hanno obbligato gli impiantisti a chiudere per motivi di sicurezza persino il gettonatissimo Sellaronda, ma il bilancio resta di gran lunga positivo.

Presidente, qual è il primo bilancio dei passaggi della nuova stagione invernale?

«Posso anticiparle che il trend è positivo. E questo sebbene il ponte dell'Immacolata non fosse un ponte vero. Le prime somme le tireremo subito dopo la Befana ma siamo ottimisti».

Non avete patito l'assenza di neve vera?

«Beh, se lei parla di colpo d'occhio le dico di sì ma se si riferisce alla sciabilità le rispondo di no. Lo scorso anno c'erano state precipitazioni in abbondanza ma anche due anni fa siamo riusciti a garantire tracciati perfetti solo grazie alla neve programmata. E questo ritengo sia un merito, una dimostrazione di grande efficienza di tutta la macchina».

La spinosa questione dei bacini di innevamento artificiali è risolta?

«Non proprio. Negli ultimi due anni non ne sono proprio stati fatti e quindi si potrebbe e dovrebbe fare di più. Pertanto torneremo a parlarne, anche perché non sono certo solo gli impiantisti a trarne vantaggio, ma tutta la filiera: commercianti, albergatori, ristoratori, artigiani e via dicendo».

Lei parla di trend positivo a dicembre. Vale per tutte le zone?

«Chi ha investito di più sulla neve programmata negli ultimi anni, penso a Gardena, Badia o Pusteria, ha ottenuto risultati oggettivamente sopra la media».

Quanto "pesano" le piste ben innevate sul numero di pernottamenti?

«Almeno sette turisti su dieci arrivano solo se possono sciare. E gli accompagnatori seguono gli sciatori nei loro spostamenti. Quindi senza le piste a risentirne sarebbe il Pil di tutte le nostre valli. Poi, certo, speriamo anche nella neve, quella vera, per poter offrire agli ospiti qualcosa in più».

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