il caso

Südtiroler Heimatbund, cartelloni a 100 anni dal divieto dei toponimi: “E ancora si dice no alla definizione Sudtirolo”

“Rimane il reato culturale rappresentato dalla definizione Alto Adige” (foto Südtiroler Heimatbund)



BOLZANO. La Lega Patria "Suedtiroler Heimatbund", annuncia una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema della toponomastica a 100 anni dal divieto dell'uso della definizione "Tirol" e dall'imposizione della dizione "Alto Adige". Südtiroler Heimatbund si riferisce ad una circolare del 8 agosto 1923 dell'allora prefetto della Provincia di Trento che aboliva le denominazioni „Süd-Tirol", „Deutschsüdtirol", „Tirol", „Tiroler" e simili in esecuzione delle misure per l'assimilazione della popolazione di lingua tedesca decretate dagli organi fascisti.

Furono imposte le denominazioni „Alto Adige" e „Atesino" e per il tedesco „Oberetsch" e „Etschländer", ovvero la ri-traduzione di questi termini, osserva Südtiroler Heimatbund. In occasione dei cent'anni dall'imposizione toponomastica il Heimatbund ha creato dei cartelloni con la scritta „100 Jahre Alto Adige. 100 Jahre Kulturverbrechen. Schluss damit!" ovvero "100 anni Alto Adige, 100 anni di reati contro la cultura. Ora basta!" Per il presidente della Lega Patria Roland Lang il messaggio è chiaro e si commenta da solo.

Per Lang e per l'esperto di toponomastica Cristian Kollmann è "spaventoso e scandaloso che la Giunta provinciale anche di recente si sia espressa contro l'introduzione della definizione Sudtirolo e che, per ignoranza e per una mancata distanza col fascismo voglia mantenersi ancorata al reato culturale rappresentato dalla definizione Alto Adige. 100 anni dopo un cambiamento di passo sarebbe necessario", così il Heimatbund.













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