La bufera

Sanità trentina di nuovo senza vertice: si dimette il direttore dell'Azienda sanitaria

La scelta dopo lo scontro con la giunta provinciale sul caso Sara Pedri. Benetollo scrive ai dipendenti: "Per fare questo lavoro serve serenità d'animo"



TRENTO. Dopo lunghi giorni di silenzio, l’ormai (ex) direttore dell’Azienda sanitaria Pier Paolo Benetollo scrive ai dipendenti e conferma le sue dimissioni dal vertice dell’Azienda. Una scelta che spiega con il venir meno di una “serenità d'animo” e di “relazioni” che sono la base  per svolgere un lavoro così complesso. 

La sanità trentina si ritrova dunque senza vertice a un anno dall'addio di Paolo Bordon. Il caso Sara Pedri, la ginecologa del S.Chiara scomparsa il 4 marzo e su cui indagano procura, Azienda sanitaria e ispettori del ministero, ha pesato sulla scelta di Benetollo che è venuto a scontrarsi con la giunta provinciale dopo la decisione di confermare il primario di ginecologia Tateo. 

“E’ un lavoro complesso, che si può fare solo se si ha serenità d’animo; forse anche appartengo ad un’altra generazione, in cui i sistemi di relazione erano diversi. In piena serenità quindi ritengo sia meglio per l’azienda e per me tornare al mio lavoro consueto, magari dopo un periodo di ferie, di cui ora ho bisogno; per questo ho riconfermato nei giorni scorsi la mia volontà di dimettermi dall'incarico", scrive nella mail Benetollo. “Continuerò a lavorare con tutte le mia energie e capacità, come ho sempre fatto, nel ruolo che mi verrà assegnato”.

Il direttore parla di “sistemi di relazione diversi" e il pensiero va allo scontro che si è consumato con la giunta provinciale e il presidente Fugatti dopo la decisione di Benetollo di confermare il primario di ginecologia Saverio Tateo senza – così ha spiegato Fugatti – informare la giunta, nel pieno del caso Sara Pedri. 

Benetollo cita naturalmente il caso Pedri: “Per quanto riguarda il caso della dottoressa Sara Pedri ed il clima nel reparto di Ostetricia Ginecologia di Trento, la mia scelta è stata fin da subito quella di approfondire i fatti, raccogliendo nelle dovute maniere dati e testimonianze, per decidere subito dopo sulla base di questi. Credo che ormai si possa fare, e di aver compiuto quindi anche su questo versante il mio lavoro”, spiega Benetollo.

Una scelta irrevocabile dunque, la sua. E per la sanità trentina, dopo un anno dall’addio di Paolo Bordon, si apre un altro capitolo difficile: occorrerà trovare un altro direttore generale in un momento complicato per la pandemia, i sanitari no vax e il caso Sara Pedri. 













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