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Soccorsi e controlli, alcol e velocità: giornate piene per i carabinieri in servizio sulle piste da sci

Abbiamo trascorso una mattinata insieme ai militari operativi a Obereggen: un'attività a 360 gradi


Paolo Tagliente


BOLZANO. Chi va a sciare li vede sempre. Sugli sci e in motoslitta, i carabinieri impegnati nei servizi di vigilanza e di soccorso sulle piste sono operativi in quasi tutte le stazioni sciistiche della nostra provincia.

Ieri abbiamo trascorso la mattinata insieme ai militari in servizio nel comprensorio sciistico di Obereggen e al comandante della compagnia di Bolzano, il tenente colonnello Stefano Esposito Vangone. Una mattinata fredda e nuvolosa, cominciata alle 8, alla partenza degli impianti.

A guidarci troviamo il comandante della stazione dell’Arma di Nova Ponente, Frank Pichler. Con lui anche il luogotenente Massimiliano Buggio e la carabiniera Miriam De Tommasi. A svolgere il servizio a Obereggen ci sono, ogni giorno, quelle che in termine militare vengono definite “quattro unità”: militari della stazione di Nova Ponente e militari del 7° reggimento di stanza alla caserma “Federico Guella” di Laives.

Saliamo in quota, ai 2096 metri del Berghütte Oberholz. Il gruppo del Latemar è avvolto dalle nuvole, le piste ancora quasi deserte: è presto. Raggiungiamo la partenza della seggiovia Absam Meierl. Lì, si trovano gli uffici dei carabinieri del servizio piste e anche quelli dei volontari della Croce Bianca. Gli interventi di soccorso vengono spesso compiuti con personale misto. Ed è sempre lì che viene trasportato chi si infortuna nel comprensorio di Obereggen. Infortunati che non richiedono l’intervento dell’elisoccorso, ovviamente, perché quelli vengono raggiunti sul luogo dell’incidente e trasferiti direttamente in ospedale.

Una giornata al fianco dei carabinieri in pista a Obereggen: tra soccorso e controlli, un servizio indispensabile

Abbiamo trascorso la mattinata insieme ai carabinieri in servizio nel comprensorio sciistico di Obereggen e al comandante della compagnia di Bolzano, il tenente colonnello Stefano Esposito Vangone. Una mattinata cominciata alle 8, alla partenza degli impianti. A guidarci, il comandante della stazione dell'Arma di Nova Ponente, Frank Pichler. Con lui anche il luogotenente Massimiliano Buggio e la carabiniera Miriam De Tommasi.

«Fino a qui può arrivare l’ambulanza – spiega il maresciallo Pichler – e lo sciatore infortunato viene trasportato all’ospedale di Cavalese o a quello di Bolzano. Spesso dipende dalla località in cui alloggia chi si fa male, ma va detto che un’applicazione ci informa quale dei due Pronto soccorso è più sotto pressione e decidiamo anche in base a quel dato.

Le festività natalizie

Durante le vacanze di Natale, il lavoro dei carabinieri è stato particolarmente intenso: circa 160 le persone soccorse. Nella gran parte dei casi si è trattato di cadute autonome e a rimetterci sono state soprattutto gambe e spalle.

Le stime dicono che quotidianamente, sugli impianti di Obereggen, si muovevano circa 20mila persone. Una cittadina. Fondamentale la presenza dei carabinieri quando gli incidenti coinvolgono due o più persone: in quel caso, l’intervento del personale dell’Arma, in veste di ufficiali di polizia giudiziaria, consente di raccogliere testimonianze, di ricostruire la dinamica dello scontro, proprio come se si trattasse di un incidente stradale, e di stilare un verbale che può rivelarsi determinate anche a livello assicurativo.

Un’attività a 360 gradi

L’impegno dei carabinieri va ben oltre il “semplice” soccorso sulle piste. Il personale dell’Arma “veglia” su parecchi aspetti della vita del comprensorio, provvedendo alla contestazione di illeciti amministrativi, come possono essere condotte imprudenti.

Condotte tra cui spiccano la velocità - che deve essere sempre commisurata alle proprie capacità, alle caratteristiche della pista, alle condizioni ambientali, alla segnaletica e alle prescrizioni di sicurezza – e la mancata precedenza che sono spesso causa dei principali incidenti tra sciatori. Molti e attenti i controlli nei rifugi, spesso raggiunti a piedi da persone che poi si lasciano andare a libagioni esagerate. Massima è l’attenzione anche sull’uso di stupefacenti in quota. Al di là del fatto che si tratta si tratta di comportamenti illegali, va detto che possono rivelarsi pericolosissimi, per sé e per gli altri. Sia che ci si sposti sugli sci, che ci si muova a piedi. Più che pressanti sono i controlli vengono anche compiuti per garantire il rispetto dei divieti di somministrare alcol a minorenni. Verifiche vengono compiute anche per impedire l’esercizio abusivo della professione di maestro di sci: lavoro tutt’altro che facile perché molti sono i gruppi di turisti stranieri, in particolare dall’est, e perché la normativa non è affatto semplice. Purtroppo non mancano gli sciatori sprovvisti della copertura assicurativa obbligatoria e si tratta di un fenomeno che preoccupa molto.

«Quest’anno – rivela il maresciallo Pichler – assistiamo anche a un nuovo fenomeno: sciatori che, nonostante i divieti e la segnaletica chiara, imboccano le corsie riservate esclusivamente alle motoslitte. Inspiegabile e pericolosissimo». I due interventi Nella tranquilla mattinata di ieri - le piste hanno cominciato ad affollarsi sul tardi – abbiamo accompagnato i carabinieri su due interventi. Il primo alle 11: un bimbo si era perso e si trovava alla stazione a valle della seggiovia Reiterjoch. I carabinieri hanno subito raggiunto il piccolo – 8 anni, arrivato dal Montenegro insieme alla famiglia e a una comitiva – appariva spaesato, ma tranquillo. Non parlava inglese e non aveva con se alcun documento che consentisse di risalire ai suoi genitori o all’albergo in cui era ospitato.

I carabinieri hanno cercato di parlargli e di tranquillizzarlo. Alla fine, incredibile ma vero, il padre del bimbo è stato individuato tra le tante persone in coda per accedere all’impianto. L’uomo non si era accorto della presenza di tre uomini in divisa attorno a un bambino e sarebbe salito in seggiovia senza fermarsi, se qualcuno della sua comitiva non avesse visto il piccolo e avesse chiamato il genitore. Alla vista del papà, il piccolo è scoppiato in lacrime.

Qualche minuto più tardi, poche decine di metri a monte dagli uffici all’Absam Meierl, una ragazza è rovinata a terra. Non era più in gradi di alzarsi e si lamentava: i militari dell’Arma sono arrivati sul posto sugli sci e hanno prestato le prime cure alla giovane. Pochi istanti dopo, sono stati raggiunti dai colleghi in motoslitta che hanno portato il toboga. La sciatrice ferita – per lei probabili lesioni a un ginocchio - è stata immobilizzata, sistemata sulla slitta-barella e trasportata dal maresciallo Pichler fino al punto in cui è stata affidata ai sanitari dell’ambulanza che l’hanno trasferita in ospedale.













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