CARTELLI

Toponimi, truccate le cartine delle Apt

Decine di adesivi «contro l’assimilazione e italianizzazione di 8mila nomi imposti dai fascisti»



BOLZANO. Nei giorni scorsi con un «blitz» - probabilmente notturno - sono stati attaccati centinaia di adesivi in Oltradige, ma anche in val Pusteria, che di primo acchito possono essere scambiati per una legenda esplicativa (in italiano, tedesco e inglese) ad uso dei turisti.

Poi se si legge il contenuto si capisce subito che è l’azione di un gruppo di secessionisti.

Questo il testo: «Nel territorio dell’attuale Sudtirolo oltre 8 mila toponimi falsificati, manipolati e quindi pseudoitaliani sono stati imposti ai sudtirolesi durante il periodo fascista al fine di una assimilazione e italianizzazione ordinata, rapida ed efficace della popolazione del cosiddetto Alto Adige. Noi cittadini tirolesi (e questo passaggio fa intuire chi possa aver organizzato questa azione di propaganda pre-elettorale ndr) condanniamo questo crimine culturale. I governi democratici della Repubblica italiana non si sono mai scusati per questo delitto, né l’hanno mai compensato! Sudtirolo nel XXI secolo». Gli autori di questo raid vandalico non hanno avuto nemmeno il coraggio di firmarsi o forse lo hanno fatto di proposito con l’obiettivo di confondere le migliaia di turisti che ogni giorno consultano le cartine in provincia di Bolzano. In realtà diverse affermazioni sono contenute anche nel programma di un partito in particolare di estrema destra che - forse - dopo essere stato scoperto potrebbe anche decidere di uscire allo scoperto assumendosi le sue responsabilità. Molti italiani, indignati, quegli adesivi separatisti li hanno già tolti o strappati. La prima ad accorgersi della truffa è stata una mamma di Terlano, che si è rivolta appunto all’Alto Adige. «Mio figlio, a scuola, sta studiando la geografia della provincia di Bolzano e mi ha chiesto lumi su quella strana legenda. Io ho iniziato a dare un’occhiata ma ad un certo punto ho strabuzzato gli occhi. Mi sono chiesta: ma com’è possibile che le associazioni turistiche, finanziate con soldi pubblici, diano un’informazione assolutamente di parte e irrispettosa di una parte dei residenti di questa terra. Poi ho guardato con maggiore attenzione e ho scoperto, non senza fatica, che si trattava di un adesivo propagandistico, immagino di un gruppo di separatisti. Chi lo ha fatto ha giocato sull’equivoco e chi non conosce la storia di questa terra ci è cascato di sicuro».













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