Viabilità

Troppe auto passano con il rosso: Ecco la mappa delle telecamere a Bolzano

Impianti installati nei semafori degli incroci a rischio: altri cinque in arrivo, oltre ai dieci in funzione. Si studia l’aumento dell’arancione di almeno un secondo. Gli snodi pericolosi: Corso Italia-via Roma e piazza Verdi



Bolzano. Ci sono le telecamere che aiutano a muoversi meglio: è la rete di 500 "occhi" per la sorveglianza del traffico. Ed è provinciale. Poi ci sono quelle che aiutano i vigili a capire chi passa con il semaforo rosso e qui la rete è meno estesa, ma non fa scappare neppure un capello: è la geografia urbana dei monitor a ridosso dei semafori. Pronta ad essere integrata con altre immissioni lungo viale Trieste e, soprattutto la Zona. Dove, quando si può e viste le code, c'è chi tenta di tagliare corto e sfila via con la certezza dell'impunità. Adesso tra via Galilei e le altre direttrici sarà un po' meno pensabile. Pubblichiamo qui sopra la mappa delle telecamere dedicate al controllo dei semafori. A guardarla, questa carta punteggiata di quadratini rossi, le telecamere già in funzione, e quadratini gialli, le telecamere in arrivo o già giunte sul posto, emerge una chiara strategia del Comune: il possibile pericolo di incidenti va contrastato con la prevenzione. Oltre alle multe, dunque, sapere che quasi a ogni incrocio pericoloso si può essere fotografati e, qualche tempo dopo, essere chiamati a rispondere dei propri passaggi rischiosi, potrebbe costituire uno strumento di deterrenza non indifferente. Dieci le telecamere installate ai semafori, cinque in arrivo.

I tempi dei semafori

Anche se la questione ora riguarderà anche i tempi dei semafori bolzanini. Molti hanno rilevato che i secondi di permanenza dell'arancione sarebbero troppo ristretti, con la conseguenza che occupare l'incrocio in presenza di arancione nasconderebbe la possibilità di essere inchiodati (e fotografati) dal rosso anche con tutte le più buone intenzioni. In realtà, osservano dal comando della polizia municipale, ci sono due aspetti da considerare. Il primo è che nessuno è convinto di essere transitato con il rosso e si risolve ad ammettere il contrario solo di fronte alla prova provata, costituita dalla fotografia o dal filmato con la propria auto come protagonista dell'infrazione. Il secondo aspetto è che, per incorrere nell'infrazione serve che tutte e due le ruote del mezzo stiano impegnando l'incrocio, dunque che il passaggio non sia avvenuto con l'arancione ma con il rosso appena attivato. «Dura poco il colore di avvertimento», protestano le opposizioni, forti del malcontento popolare. Così, per togliere di mezzo oggetti ulteriori di polemica, in Comune si stanno apprestando a intervenire proprio sulla tempistica semaforica. «È pronta una relazione tecnica che propone di allungare l'arancione di almeno un secondo», conferma l'assessore Stefano Fattor, «dando così un ulteriore margine all'automobilista che non sia stato in grado di fermarsi al primo avviso di cambio colore».

Gli incroci a rischio

Ma poi ci sono le statistiche. Che, al di là della percezione che ognuno ha di sé alla guida, dicono che ci sono quadranti viari urbani che necessitano di un monitoraggio costante e anche di tipo repressivo. E che gli incidenti per passaggi troppo veloci, proprio per schivare l'arrivo del rosso, sono alla base di un gran numero di indicenti, anche molto gravi. Quali sono questi punti a rischio? In particolare piazza Verdi, con la sua connessione molto estesa di "onde" che vanno da via Marconi fino in fondo a via Druso, spiegano in Comune, Fattor, e l'incrocio corso Italia-via Roma. Il quale assorbe gran parte dei flussi di penetrazione e di fuoriuscita dalla città. In sostanza, prepariamoci: da un lato a sapere che le telecamere di ingresso potranno osservare sempre la targa e, dall'altro, che quelle poste agli incroci semaforici registreranno ogni millimetro di fuoriuscita dalla linea bianca delle nostre gomme. P.CA.













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