la sentenza

Uccisa durante lockdown: ergastolo per l'ex compagno che viveva a Chiusa

Sentenza a Milano sull’omicidio avvenuto nell'aprile del 2020. Il condannato è Antonio Vena 47 anni che da anni viveva a Chiusa e lavorava per la Duka

 

LE PAROLE: “La amo sono distrutto”



MILANO. E' stato condannato all'ergastolo Antonio Vena, a processo per avere ucciso con un fucile a pompa, nel cuore della notte mentre dormiva, Alessandra Cità, 47 anni, tranviera dell'Atm (l'azienda dei trasporti milanesi) che voleva troncare la relazione con lui, tra il 18 e il 19 aprile 2020 nel periodo del lockdown per il Covid, a Truccazzano, nel Milanese.

Lo ha deciso la Corte d'Assise di Milano (presidente Ilio Mannucci Pacini) accogliendo la richiesta di pena del pm Giovanni Tarzia. Vena, operaio di 47 anni ed ex guardia venatoria, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal vincolo della relazione affettiva.

"Voleva lasciarmi, l'ho ammazzata", aveva detto l'operaio ai carabinieri di Cassano D'Adda, poche ore dopo il delitto.

Stando all'indagine, i due, coetanei, si conoscevano da molto tempo e avevano iniziato una relazione sentimentale circa 9 anni prima dell'omicidio. Nell'ultimo periodo vivevano a distanza: lui Chiusa, (dove lavorava come operaio alla Duka) e lei nel comune dell'hinterland del capoluogo lombardo.

A causa dell'emergenza coronavirus, Vena era in ferie forzate e da un paio di settimane viveva nell'appartamento insieme alla donna, che lo aveva ospitato ma  voleva interrompere la relazione. 













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