Imprenditori meranesi, un network per ripartire «più forti di prima» 

La rete Bni. Incontri virtuali per raccontare la propria situazione e condividere strategie


Jimmy Milanese


Merano. Con il divieto di uscire di casa, e la possibilità concreta che i tempi per un ritorno alla normalità vadano per le lunghe, sono molte le iniziative portate avanti dagli imprenditori meranesi per cercare di riorganizzare la propria azienda con il sistema di home working. Tra questi, anche il network che fa capo a Business Network International, operativo a Merano ormai da qualche anno, sotto la guida di Raoul Ragazzi.

Il netwok meranese è composto da una quarantina di imprenditori che attraverso il sistema delle referenze incrociate hanno creato un vero e proprio sistema di business capace di aumentare il volume d'affari dei soci, nella cornice di una situazione di piena fiducia e affidabilità.

Appuntamenti “virtuali”.

I membri del network erano soliti incontrarsi personalmente ogni giovedì mattina in un locale cittadino, ma con le disposizioni in vigore dovute all'emergenza Coronavirus, gli imprenditori hanno immediatamente affilato le armi e riorganizzato la propria struttura organizzativa, rendendo possibile incontri virtuali grazie a una piattaforma web che consente le cosiddette “call multiple”.

Secondo appuntamento virtuale, ieri, al quale abbiamo partecipato, per capire come i membri del network si scambino consigli su come organizzare il lavoro da casa, quando questo è possibile.

Consigli utili su come passare il tempo disponibile, sia al cittadino sia al sistema produttivo meranese.

Formazione attiva.

A spiegare l'evoluzione del network è il responsabile Raoul Ragazzi: «Smart working significa lavorare da casa con il collegamento internet veloce, un Pc e il materiale grafico e software in cloud. Vuol dire attivare software online, e per le videochiamate usare un servizio tra i tanti disponibili. In questo momento cosa fare? Semplice, formazione attiva, ad esempio insegnare alle aziende l'uso dei social».

Rewind.

Ivan Pierotti del Medical Center, invece, coglie un aspetto importante della situazione: «Possiamo riorganizzare quello che di solito non siamo in grado di fare. Riguardare tutto quello che abbiamo fatto dall'inizio della nostra attività e capire magari anche dai nostri clienti quali erano i nostri punti deboli e da quello cercare di trovare nuove soluzioni».

Archivi.

L'architetto Guido Manfredi individua nel lavoro pregresso, quindi nella capacità di immagazzinare informazioni, una chiave per superare momenti nei quali le limitazioni di circolazione impongono il lavoro a stretto contatto con il proprio archivio dati.

Privacy.

In un momento nel quale il lavoro da casa sta prendendo piede, emergono nuove problematiche, legate alla privacy dei dati, come sottolinea l'esperto Patrick Lazzarotto: «Gestire in modo corretto ed affidabile la privacy e la sicurezza delle informazioni, senza lasciarsi andare ad iniziative personali che possono essere molto pericolose, oggi è ancora più fondamentale».

Viaggi e casa.

Francesco Pistis, invece, racconta come la sua agenzia viaggi sia alle prese con la difficile gestione dei rientri dall’estero di clienti e non solo. «Sicuramente, oggi più che prima, in tanti avranno capito l’importanza di affidarsi ad una agenzia viaggi», spiega Pistis.

Mara De Gaetano lancia una idea interessante, cioè il “decluttering”, vale a dire pensare a come possa essere risistemata casa, proprio perché ordine esterno significa ordine interno. «Cercare oggetti, utilizzarli magari in modo diverso e, se non servono, eliminarli», spiega De Gaetano.

Social marketing.

Tatjana Finger, esperta di social media marketing, riflette sul fatto che in questo momento può essere interessante partecipare a corsi di formazione online, e magari per i ristoranti far pubblicità sui servizi di consegna a domicilio.

Umanità.

Toccante la testimonianza di Riccardo Daziale, il quale apre a un aspetto inedito di questo isolamento forzato all'interno delle proprie case. «Tutti i giorni sento i miei collaboratori, li contatto in piattaforme online, e mi sono accorto che ci manchiamo, e questo succede nelle aziende belle, c'è questa voglia di rivederci, stiamo facendo formazione su cose nuove, innovative, che ci permetterà di ripartire più forti di prima».

Informatica e catene.

Simone Ciaglia spiega l'importanza dei sistemi informatici nel mantenimento della catena degli approvvigionamenti, senza i quali la società potrebbe veramente fermarsi. In questo senso la sfida è quella di non mollare, ma allo stesso tempo di riorganizzare il lavoro a distanza.

Farmacie.

La farmacista Chiara Pezzin, quindi, rimarca il ruolo delle farmacie in questo momento, sempre aperte ma che presto saranno costrette a servire a porte chiuse, avvisando che di qui a poco i farmaci potrebbero iniziare a scarseggiare, proprio per via del rallentamento della catena produttiva.

Forniture.

Un problema, quello dell'approvvigionamento, scampato da Josef Brunner, il quale spiega come la fortuna ora sia quella di avere i magazzini pieni, visto che «le forniture iniziano a scarseggiare anche in altri settori», non solo in quello sanitario.

Dentisti.

Delicata anche la posizione dei dentisti, come spiega il Massimiliano Sauto, ricordando come questa sia una professione a rischio, ma che «per quanto mi riguarda sto riorganizzando per riaprire come servizio di pronto soccorso, in un momento nel quale dobbiamo fare rinunce ma la cosa importante è non ammalarsi», sottolinea il professionista.

Futuro.

Infine, un consiglio che potrebbe valere proprio per tutti, quello di Mirko Bocek: «Lavorare sulla visibilità futura per essere ancora più presenti quando tutto tornerà come prima».















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