L’auto fa “strike” in via Leopardi, il Comune rimedia

Merano. Hanno destato numerose polemiche le tre file di dissuasori poste lungo la parte inferiore di via Leopardi, soprattutto a seguito dell’incidente (verificatosi la sera del giorno successivo all’...



Merano. Hanno destato numerose polemiche le tre file di dissuasori poste lungo la parte inferiore di via Leopardi, soprattutto a seguito dell’incidente (verificatosi la sera del giorno successivo all’installazione) in cui un’automobile ha divelto tre dei piccoli “birilli” in ghisa che separano la corsia dei mezzi a motore dalla pista ciclabile.

Il capitano della polizia locale Karl Stricker spiega perché si sia trattato di un provvedimento necessario. «Per la presenza di numerosi passi carrabili non è stato possibile collocare gli spartitraffico in una fila continua fino all’incrocio con via Toti. Questi elementi divisori svolgono una funzione precisa, cioè quella di tutelare l’incolumità dei ciclisti proteggendoli dal flusso di traffico veicolare. Provvederemo ad applicare sugli spartitraffico bande catarifrangenti».

L’architetto Wolfram Haymo Pardatscher, direttore della ripartizione edilizia e servizi tecnici del Comune, chiarisce le ragioni che hanno indotto l’amministrazione a scegliere quel preciso modello in ghisa: «Lo scorso anno abbiamo esaminato diversi modelli di spartitraffico, perché quelli installati in piazza Teatro sono risultati troppo fragili e vengono spesso danneggiati. Se questi spartitraffico dimostreranno di essere funzionali ed efficaci, ne utilizzeremo altri nei prossimi progetti. Ci tengo a ricordare che di recente diversi rappresentanti di quartiere si sono rivolti ai nostri uffici per chiedere l’installazione di questi elementi divisori anche nei loro rioni, in particolare nei pressi della fermate degli autobus. Le vetture del trasporto pubblico in fase di sosta vengono infatti spesso superate da altri mezzi motorizzati che finiscono per invadere le piste ciclabili, mettendo così a repentaglio la sicurezza dei ciclisti. Simili comportamenti possono avere conseguenze fatali».













Altre notizie

Il funerale

L'ultimo saluto a don Cristelli, il prete "scomodo"

Una folla a Miola di Piné per l'addio al prete giornalista interprete del Concilio Vaticano II. Fu vicario parrocchiale a Oltrisarco e poi tra i fondatori del sindacato regionale dei giornalisti. Il vescovo di Trento Lauro Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

 

 

Attualità