Lo smog in calo fa rifiorire la città di colori e profumi 

La primavera. La drastica riduzione delle emissioni inquinanti permette di cogliere gli odori sprigionati dalla rinascita delle piante Bastone di san Giuseppe, magnolia e amamelide i protagonisti


Jimmy Milanese


merano. In questi giorni in cui le attività produttive così come il traffico sono ridotte notevolmente per via delle limitazioni alla circolazione, molti si sono accorti di un fenomeno olfattivo particolarmente accentuato. Il fenomeno in questione è correlato al miglioramento della qualità dell’aria, sicuramente dovuto al comportamento diligente dei meranesi che lasciano la macchina nel garage ma anche al fatto che la limitazione al traffico per via dell’emergenza sanitaria è estesa a tutto il territorio provinciale e nazionale.

Inquinamento diminuito.

Sono le immagini satellitari dell’Agenzia spaziale europea a mostrare una drastica riduzione delle emissioni di inquinanti sopra la nostra regione, solitamente rilasciate da autovetture, abitazioni e impianti industriali. A livello mondiale, spiega uno studio della Columbia University, rispetto ai livelli del marzo 2019 il monossido di carbonio presente nell’aria in questi giorni è diminuito del 50 per cento, proprio come conseguenza della riduzione del traffico e dell’interruzione delle attività produttive. Minor inquinamento che impatta con l’esplodere della primavera iniziata il 20 marzo.

Il paesaggio dalla finestra.

Una primavera che almeno in parte dovremo passare principalmente in casa, per via del divieto di lasciare le abitazioni. Un divieto più lieve, forse, per chi ha la possibilità di usufruire di una finestra o di un balcone sulla natura o per i più fortunati che possono godere di un giardino. Un divieto che non impedisce però di ammirare lo spettacolo della primavera che da vita alla città. Momenti che potrebbero indurci anche a osservare meglio questo spettacolo spesso dato per scontato e che a Merano può contare su un alleato prezioso: un patrimonio arboreo e reticolato di parchi, piante e formazioni naturali che pone la nostra città ai primi posti a livello europeo per quantità di verde per abitante.

Il bastone di san Giuseppe.

È primavera, dunque, e per “capirla” meglio abbiamo chiesto ad Anni Schwarz, direttrice della Giardineria comunale, quali sono le piante che già da ora o di qui a poche settimane nel fiorire produrranno gli odori più intensi e tipici della nostra città. Sono circa tredici le piante più profumate di Merano in questo periodo, molte di queste poste in zone della città off limits per la popolazione.

Tra queste, fiorisce in questi giorni il cosiddetto “bastone di san Giuseppe”. Pianta dal nome curioso che raggiunge il suo apice di bellezza sula Gilf, accanto all’aquila che fa mostra di sé, ma abbondantemente presente anche nei parchi pubblici e nei giardini privati della città. La sua storia è legata alla figura di san Giuseppe, marito di Maria. Infatti, narra la leggenda, alla notizia della gravidanza della moglie il santo, sempre rappresentato con il suo bastone in mano, venne attaccato da alcuni amici, uno dei quali, appunto, disse che se veramente Maria fosse rimasta incinta per opera dello Spirito Santo, allora il bastone di Giuseppe sarebbe fiorito, come in effetti subito accadde. Da qui il nome pittoresco di questa pianta dai fiori bianchi e dall’odore intenso e rilassante che si sprigiona in molti giardini privati della città.

Magnolie e amamelidi.

Profumatissime anche le magnolie sparse su tutto il territorio comunale, con il loro caratteristico fiore bianco, con petali arancioni ampi e semilucidi. Originarie dell’Asia orientale, vennero importate a Merano già verso la fine del XIX secolo, magari in uno di quei tanti trasporti organizzati da Franz Tappeiner, al quale si deve l’arrivo in città di moltissime piante non autoctone, ma provenienti da tutto il mondo e che ora fanno da contorno agli oltre dieci chilometri di passeggiate pubbliche.

Sempre dalla Cina l’amamelide, pianta dal fiore giallo e filamentoso e nel pieno del suo splendore in questi giorni, ma nota fin dal tempo delle popolazioni indigene dell’America per le sue qualità curative. Insomma, queste, e veramente tante altre le piante da fiore sparse in città e che fanno da cornice a questa primavera veramente strana.

Piante che si fanno sentire per i loro profumi e per gli odori esaltati dall’assenza di inquinamento, ma anche dalla drastica riduzione di quel rumore di fondo che, complice la diminuzione della circolazione delle auto, ha immerso la natura in una specie di sonno. Un sonno che può essere “annusato” anche dal nostro giardino o dal balcone di casa.

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