Lotta ai pesticidi, la sentenza premia Veith e ambientalisti  

Le motivazioni. La Corte d’Appello afferma che il comitato aveva il diritto di proporre il referendum a Malles A opporsi era stata una compagine capeggiata dagli agricoltori. Il 70 % aveva votato per il “no” all’uso dei fitosanitari



Malles. Punto a favore del sindaco Ulrich Veith e del farmacista Johannes Fragner-Unterpertinger, portavoce del comitato promotore per Malles libera dai pesticidi, nell’annosa diatriba che li oppone a un gruppo di agricoltori e proprietari di terreni. La sezione bolzanina della Corte d’Appello ha ribaltato nella sostanza la sentenza di primo grado: il referendum del 2014 si poteva fare. Per essere precisi, il giudice non ha ravvisato alcuna lesione dei diritti soggettivi di coloro che intentavano la causa e che dunque non erano legittimati a promuovere un processo.

Nessun effetto pratico.

Un punto a favore sul piano giuridico che tuttavia non sortisce effetti concreti sulla situazione. Ricorda il sindaco del paese dell’Alta Venosta che il Regolamento comunale che determina il divieto di prodotti fitosanitari, figlio della consultazione popolare di oltre cinque anni fa, è stato annullato dal Tar e al momento lo stesso sindaco ammette di non aver scelto quale strada seguirà l’amministrazione: «Da una parte c’è il ricorso al Consiglio di Stato, dall’altra l’eventualità di elaborare un nuovo Regolamento in materia» puntualizza Veith. «In ogni caso il nostro obiettivo è di dare espressione alla volontà popolare». Il 74% dei votanti – alle urne si era recato il 70 per cento degli aventi diritto - aveva votato per un territorio comunale libero dall’uso dei prodotti fitosanitari.

Primo grado.

La causa presso il tribunale ordinario era stata intentata da una compagine di oltre cento persone, capeggiate dagli agricoltori, nei confronti del comune e del presidente della comitato promotore, johannes fragner-unterpertinger, nella sua veste di rappresentante del gruppo ma anche come persona individuale. chiedevano al giudice di accertare che da parte del comitato non vi fosse il diritto a promuovere il referendum. il tribunale aveva dato loro sostanziale ragione fatte salve alcune eccezioni. di fatto, aveva bocciato il referendum.

L’appello.

L’appello non è entrato nel merito, osservando tuttavia che gli attori del primo grado non avevano un interesse diretto e attuale nel proporre la causa. «Secondo il ragionamento del giudice – spiega Walter Andriolo, avvocato difensore di Fragner-Unterpertinger – il comitato aveva pieno diritto di avanzare una proposta di referendum. C’è stata poi una commissione comunale che ha dato l’ok, la consultazione si è tenuta ed è stato raggiunto un risultato. Ma l’amministrazione non aveva alcun obbligo di dare attuazione all’esito referendario, bensì solo quello di affrontare in consiglio municipale la questione a livello politico. Senza entrare nel merito, inoltre, il giudice sottolinea incidenter tantum che non si poteva proibire al comitato promotore di proporre, e sottolineo “proporre”, il quesito referendario. Nella sentenza vi è anche la condanna a risarcire le spese di primo e secondo grado a Fragner-Unterpertinger (circa 12 mila euro più le spese accessorie) perché ingiustamente citato in giudizio anche personalmente».

Il farmacista esulta.

È proprio sulla libertà di poter proporre il referendum che gioisce il farmacista di Malles. «Per me finisce un incubo durato sei anni, quando ho iniziato questa battaglia non credevo potesse avere risvolti di questa portata» afferma Fragner-Unterpertinger. «È una vittoria per tutti quelli che credono nella democrazia diretta. E a tutti coloro che intraprendono una lotta per il bene comune, sia questo l’ambiente o la salute, la cultura o il sociale, dico: non abbiate paura, non lasciatevi intimidire da lobby o portatori di interessi».













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