Mercatino di Natale, “persi” 11,4 milioni 

L’annullamento. Addio all’indotto degli anni scorsi. A rischio i posti di lavoro degli stagionali Tra le alternative la creazione di percorsi visivi luminosi per i residenti, ma anche l’austerità costa


Sara Martinello


Merano. La decisione della giunta provinciale di sospendere i mercatini di Natale piomba truce sul comparto turistico, per Merano quello maggiormente redditizio. Per la salute pubblica, un sollievo. Per l’ambiente, una consolazione. Per l’economia cittadina, un crollo quantificabile almeno nella dozzina di milioni di euro dell’indotto calcolato sulla base dei pernottamenti e degli arrivi giornalieri degli anni scorsi. A questo punto, le strade per il piano B che l’Azienda di soggiorno sta studiando proprio ora sono due: creare qualcosa che sia motivo di visita per chi vive al di fuori della provincia o innestare un’offerta pensata per i residenti. Con un problema di finanziamento, qualora si imboccasse la via più sicura dal punto di vista della salute. Sono a rischio centinaia di posti di lavoro, quelli degli stagionali degli alberghi: «Erano il motivo per cui tenevamo duro. Ci saranno chiusure», preconizza Daniela Zadra, direttrice dell’Azienda.

Azienda in affanno.

L’ente era pronto a partire, consapevole però del fatto che il piano approntato avrebbe dovuto fare i conti con l’andamento della pandemia. Era stata stabilita una forte riduzione del numero degli stand, insieme al controllo dei flussi – portando la capienza della passeggiata dalle 3 mila persone del finesettimana di sant’Ambrogio alle mille dell’annus horribilis – e a misure minori ma non meno impattanti sulla tradizione commerciale natalizia. Si era prevista una riduzione del 50 per cento degli stand gastronomici, ma il successivo divieto di mescita ha inciso pesantemente sui programmi dell’ente turistico. Infine, lo stop vagliato dal presidente della Provincia Arno Kompatscher.

Alle decisioni prese nell’ultimo periodo dall’Azienda di soggiorno hanno concorso tre diversi fattori, come spiega Zadra: «Innanzitutto, la tutela della salute pubblica. In secondo luogo l’economia. Infine, la paura di creare un prodotto in qualche modo indigesto per la cittadinanza». Oggi la squadra dei creativi dell’Azienda è riunita in clausura per valutare quale direzione intraprendere. Punto fermo, la comunicazione del carattere di Merano, anticipa Zadra. «In mancanza del prodotto devono vincere le peculiarità della nostra città, che sono tutte apprezzate e che vanno comunicate». In questo senso gioca a favore il rinnovamento del marchio Merano operato l’anno scorso, con un orientamento al “vivere slow” per godere di un’offerta meno “di consumo”.

Con quali soldi?

In media i pernottamenti a Merano durante il periodo natalizio dal punto di vista commerciale, quindi dall’ultima settimana di novembre alla prima di gennaio, sono circa 80 mila, con una spesa giornaliera pro capite pari a 120 euro. Al calcolo vanno aggiunte le presenze dei visitatori “mordi e fuggi”, 40 euro a testa al giorno, per un totale di presenze che nei finesettimana vanno dalle 5 alle 10 mila. Così arriviamo a 11,4 milioni di euro, senza contare però chi pernotta nei paesi limitrofi e altre variabili che secondo uno studio condotto da Eos hanno portato l’indotto complessivo del 2017 a 40 milioni di euro.

Se la soluzione per “salvare il Natale” fosse quella della sobrietà, con suggestioni visive a rassicurare almeno i residenti, i costi non sarebbero coperti dal consueto milione di euro di entrate nelle casse dell’Azienda di soggiorno. Un aiuto dal Comune? Difficile da prendere in considerazione se non c’è una giunta. «Entro la fine della settimana incontreremo in videoconferenza gli assessori provinciali Arnold Schuler e Philipp Achammer per presentare loro le nostre idee ed eventualmente cominciare a parlare di finanziamenti», rassicura Zadra. Nel frattempo l’Azienda ha contattato gli assegnatari delle casette, cui sarà restituito l’acconto del 30 per cento già versato. I loro contratti sono sospesi: riprenderanno l’anno prossimo con l’ultima edizione del mercatino organizzato dall’Azienda di soggiorno (la convenzione col Comune è quinquennale).













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