Mobilità, l’ex assessore: «Put col freno a mano» 

L’attacco di Cavini. «Un piano poco coraggioso su parcheggi e trasporto pubblico» La vera sfida si giocherebbe su edilizia residenziale, servizi e attività, anche nell’area ex caserme



Merano. È stata adottata pochi giorni fa la versione finale del piano generale del traffico urbano (pgtu, o put), che nel giro di un paio di mesi dovrebbe approdare sui banchi del consiglio comunale. intanto, i cittadini hanno tempo fino a inizio maggio per presentare le loro osservazioni all’amministrazione comunale, indicandole con le sigle relative ai diversi interventi descritti nel documento. interviene sul tema romano cavini, ex assessore alla mobilità.

Soluzioni e perplessità.

Cavini esordisce coi punti di forza del nuovo Put, a partire dal ritorno degli autobus in piazza della Rena, cosa ampiamente rivendicata dagli anziani residenti di Steinach e da parte dei commercianti del Corso: «La proposta di tornare a far passare il servizio di trasporto pubblico sul corso Libertà superiore e di utilizzare piazza della Rena come fermata mi sembra una cosa positiva. La città sta “invecchiando”, nel senso dell’aumento dell'età media della popolazione, e di questo bisogna tener conto». Poi, sull’ipotesi di ampliamento della Ztl a via delle Corse e a via Otto Huber: «Un’ipotesi interessante, formulata con l’intento di limitare inquinamento atmosferico e acustico e di favorire la mobilità pulita, pedonale e ciclabile. Una cosa che mi lascia perplesso è quella di tornare ai semafori, per ora almeno solo all’incrocio tra via Petrarca e via Leopardi. Si dice che con le nuove tecnologie si può tranquillamente togliere la rotatoria e installare nuovamente i semafori. Ho molte perplessità, ma voglio aspettare la realizzazione e valutare i risultati, se non altro per evitare accuse di “conflitto di interessi”, avendo portato io le rotatorie in città, quando ero assessore». Secondo gli studi dell’ingegner Ciurnelli, la notevole disparità tra i flussi che si incrociano all’incrocio citato da Cavini porterebbe a intasare la rotatoria con gli incolonnamenti lungo via Petrarca, lasciando ben poco spazio di manovra agli automobilisti provenienti da via Leopardi o da via Monte Tessa.

Un Put poco coraggioso.

«Sono invece parecchio deluso – riprende l’ex assessore – da altri provvedimenti che mi sarei aspettato più decisi e per i quali invece ho notato, dall’inizio della progettazione alla sua conclusione, una sorta di marcia indietro che mi fa dire che alla fine dei conti si tratta di un Put “con il freno a mano”. Per quanto riguarda i parcheggi in periferia si parla parecchio della zona stazione ma con modifiche sostanziali rispetto a idee e progetti molto datati e che si pensava ormai acquisiti. Il grande parcheggio interrato con 500 o 600 posti sotto l’ex areale ferroviario diventa un parcheggio in superficie da massimo 150 posti per i pendolari con in più l’eliminazione del parcheggio del piazzale Prader e con un trasferimento di parte del mercato a est della stazione. Ma nel suo complesso questa proposta mi fa pensare che ancora una volta prevalga l’attesa spasmodica e quasi messianica del tunnel con annesso garage in caverna, che se tutto va bene ci saranno tra setto o otto anni. E nel frattempo? Così come una mancanza di coraggio mi sembra di poter notare sul potenziamento del trasporto pubblico. Perché non si punta in modo più deciso sulle corsie preferenziali? Le due nuove corsie in viale Europa sono un segnale ma non risolvono certo il problema».

Il punto della situazione.

«La mobilità è pressoché triplicata in pochi anni, perché sono aumentati i ritmi. Ritmi di lavoro, del tempo libero, di domanda e offerta dei prodotti, di consegna merci e via dicendo. Dal Put mi sarei aspettato qualche suggerimento su nuove infrastrutture alle quali dovrà dare una risposta il Piano urbanistico. Quello in vigore ha quasi 20 anni, che ai ritmi di oggi valgono come cento del secolo scorso. Merano ha una grande opportunità, i quasi 16 ettari della zona ex caserme. Sarebbe ora che il Comune, senza aspettare che decida tutto la Provincia, cominci ad elaborare proposte e progetti in termini edilizia residenziale, di spazi per servizi, attività commerciali e artigianali e ovviamente di mobilità. Credo che su questo si dovranno misurare nei prossimi anni le nuove amministrazioni, di qualunque colore esse siano».













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