L'INTERVISTA daniele di lucrezia 

«Per essere eletti bisogna sapersi mettere in gioco» 

Con il Pd. È tra i fondatori dei Giovani democratici e membro  della segreteria provinciale del partito: «Non servono maggiori politiche giovanili ma più giovani che si occupano di questioni politiche» 



Merano. Ha fondato a Merano i Giovani democratici nel settembre scorso, ventitré anni, studente all'ultimo anno Giurisprudenza a Trento, ex presidente della Consulta giovani, Daniele Di Lucrezia sarebbe stato uno dei volti nuovi all'interno del consiglio comunale che però a breve verrà sciolto.

Da dove nasce la sua passione per la politica?

Ho iniziato in maniera molto soft come rappresentante di classe in seconda superiore. Nel 2015 sono stato eletto rappresentante di istituto.

Del suo attivismo a livello di scuola superiore cosa ricorda?

L'autogestione, due giornate informative dove gli studenti prendevano il posto dei professori in cattedra, facendo lezioni su argomenti di approfondimento utili per la formazione di altri studenti. Invece, al quarto anno come esperienza di alternanza tra scuola e lavoro sono stato all' ufficio servizi demografici. Un’opportunità che mi è servita per capire quale strada prendere per l'università.

Lei è stato anche membro della Consulta giovani.

In parallelo alla rappresentanza di istituto, dal dicembre del 2015 sono diventato membro della Consulta giovani. Nel febbraio del 2016 sono stato eletto presidente. Un incarico confermato altre due volte fino al 2019 quando è stata convocata l'attuale Consulta della quale ancora facevo parte. Nell'agosto del 2020, quando è iniziata la campagna elettorale, ho deciso di dimettermi.

Quando inizia la sua militanza partitica?

Il 28 febbraio 2017, quando ho preso la mia prima tessera del Partito democratico, perché prima di quella data ero alla ricerca della mia identità politica e non mi sono mai sognato di aggregarmi ad altri partiti.

Perché proprio il Pd?

Perché investiva in formazione. Ho capito che miei valori come solidarietà, integrazione e uguaglianza erano gli stessi del Pd. Quello era il mio alveo politico: un partito che ci teneva ad investire sulla formazione di una nuova classe dirigente. Infatti, sono diventato studente della scuola di formazione nazionale del Pd e nel 2018 sono stato nominato responsabile della formazione in Alto Adige.

E ora membro della segreteria provinciale.

Da maggio 2019. Nel periodo di lockdown, come responsabile della formazione, ho tenuto corsi formativi webinar con personaggi della politica locale ma anche nazionale come Carlo Cottarelli.

Poi, quel martedì della conta per l’elezione del consiglio comunale e la sua elezione per una manciata di voti...

È stato un testa a testa con la consigliera uscente e capolista Lucia Giampieretti. Sono rimasto con il fiato in gola fino all'ultimo seggio. Eravamo 94 io e 90 Lucia, alla fine 96 a 91. La sorpresa e l'emozione è stata grandissima, ho chiamato subito mia mamma.

E delle elezioni provinciali del 2018 cosa ricorda?

Mi candidai sempre per il Pd, ma lo feci per spirito di servizio verso il partito. Presi 164 voti, arrivando tredicesimo su trentacinque candidati. Un buon risultato, ma il mio obiettivo erano le comunali del 2020.

In consiglio, assieme ad altri tre giovani, anche se per pochi giorni.

È stata comunque una bella sorpresa, eravamo quattro giovani eletti. Un segnale positivo e una nuova generazione che si fa avanti, nonostante il commissariamento. Si dice sempre che è i giovani non facciano nulla, ma è falso. Abbiamo dimostrato che se ci mettiamo in gioco veniamo eletti.

Giovani in politica significa?

A un dibattito pubblico organizzato dalla consulta giovani, nello statement finale dissi esattamente che non servono più politiche giovanili ma più giovani che si occupano di questioni politiche.

Di cosa va più fiero?

Dell'aula studio di via Foscolo e del lavoro di squadra. Sono convinto che non sono stato votato solo io come persona e con la mia presenza in Consiglio quel gruppo di giovani con il quale ho collaborato avrebbe avuto finalmente la possibilità di esprimere le proprie idee e avere voce.

Si ricandiderà in primavera?

È davvero prematuro dirlo, va condiviso con il partito. Come ho detto anche in campagna elettorale a settembre, la mia candidatura ed elezione qual è stata, rappresenta solo la punta di un iceberg. J.M.













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