Silandro, sette neonati nel giro di poche ore 

Numero record di parti nell’ospedale venostano fra San Silvestro e Capodanno Il punto nascite è stato a rischio chiusura, ora sta ottenendo buoni risultati



SILANDRO. Era stato salvato solo un paio di anni fa il punto nascite all'ospedale di Silandro, al centro di una lunga serie di proteste da parte soprattutto dei genitori che temevano la chiusura con successive trasferte a quello di Merano per le mamme che dovevano partorire. Il braccio di ferro era stato poi risolto con la decisione che il reparto sarebbe rimasto in funzione.

A Silandro i parti continuano ad essere numerosi a tal punto che sono, in media, superiori ai 300 l'anno. Ma il momento più significativo l'ospedale lo ha registrato in questi due giorni: il giorno di Santo Stefano, ultimo del 2018, sono venuti alla luce quattro bambini e una bimba, il giorno di Capodanno altri due maschietti. Il totale dei parti è stato di 388 nel 2018. Sono soddisfatte soprattutto le mamme della val Venosta: per mettere alla luce i loro figlioli hanno risparmiato di trasferirsi a Merano, evitando così trasferte particolarmente lunghe e tortuose lungo la trafficata statale venostana. Apprezzano anche il servizio che viene loro offerto da medici, infermieri e personale. E contento è anche il primario di ginecologia e ostetricia, il dottor Robert Rainer che ha avuto modo di dichiarare «come il punto nascite resterà a Silandro, come è stato stabilito dall'accordo con il governo nazionale. Il caso oramai è risolto». Rainer, commentando le sette nascite a cavallo dell'anno vecchio e di quello nuovo, ha detto che «si tratta di una serie di casi fortuiti che confermano comunque la necessità che l'ospedale venostano possa avere questo reparto, per venire incontro alle donne che altrimenti avrebbero dovuto recarsi a Merano». Di recente un'inchiesta giornalistica aveva messo in dubbio l'apertura del reparto, per questioni legate al reperimento del personale. Era arrivata la secca smentita dell'assessore provinciale alla sanità e dello stesso governatore altoatesino.

Prima, due anni fa, il reparto rischiò di essere chiuso come quelli di Vipiteno e San Candido, in quanto non raggiungeva il numero minimo di parti all'anno richiesti dalla normativa. Venne salvato - in considerazione della distanza elevata dall'altro ospedale più vicino, quello di Merano - con un accordo tra Provincia e l'allora ministra della saluteLorenzin, in cambio dell'impegno della Provincia a garantire la presenza 24 ore al giorno del personale medico sanitario richiesto dagli standard minimi di sicurezza. (e.d.)













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