«Tour d’Ortles», domani  la prova per ciclisti di ferro

Merano. Domani andrà in scena la 38° edizione del Tour d’Ortles, il brevetto Randonnèe delle mitiche montagne. È il quarto appuntamento dei tanti che l'Athletic Club Merano propone nel corso della...



Merano. Domani andrà in scena la 38° edizione del Tour d’Ortles, il brevetto Randonnèe delle mitiche montagne. È il quarto appuntamento dei tanti che l'Athletic Club Merano propone nel corso della stagione ai propri e senz’altro fiore all’occhiello della società, prova di campionato italiano Challenge Randonnée extreme.

Il brevetto è nato per la volontà di Giancarlo Concin già presidente dell’associazione, che nel lontano 1978, con i pionieri del club, diede inizio, quasi per scherzo, alla manifestazione che allora veniva effettuata come granfondo. Oggi alla regia c’è il vicepresidente Lino Gregori che si avvale di uno staff nutrito di collaboratori. Di anni ne sono passati molti, oggi il Tour D’Ortles è una manifestazione di carattere internazionale così ambita da calamitare una valanga di richieste di partecipazione. Tuttavia la società giallonera preferisce limitarsi a 250 partenti e comunque a ciclisti di comprovate qualità fisico-atletiche.

Il brevetto Randonnèe Tour d’Ortles si svolge lungo uno tra i più affascinanti percorsi alpini di tutta Europa. Un incontro ravvicinato con i colossi ghiacciati dell’Ortles – Cevedale, dove s’incontrano Alto Adige, Lombardia e Trentino: l’itinerario racchiude tutto il territorio del Parco Nazionale dello Stelvio. Così si potrebbe riassumere questo tour ciclistico che comprende quattro passi alpini (due grandissimi come Stelvio e Gavia, due outsider come Tonale e Palade), con un dislivello complessivo di 5.700 metri distribuiti lungo un tracciato di 250 chilometri e con temperature che possono oscillare tra i 35°C della pianura e i 5°C degli oltre 2.700 metri di altitudine del passo Stelvio. Sono richieste forza, resistenza, carattere atletico e capacità di saper dosare le proprie forze.

Quest’anno, il percorso subirà tuttavia una deviazione, anziché il passo del Gavia, chiuso al traffico per pericolo di frane, i ciclisti verranno deviati sul passo del Mortirolo dal versante di Grosio aumentando peraltro sia la lunghezza sia l’altimetria; alla fine la corsa sarà di 274 chilometri e 6.000 metri di dislivello. La parte iniziale, dopo la partenza da Merano, si sviluppa lungo la ciclabile della Venosta . Poi il passo dello Stelvio (27 chilometri lungo i celebri 48 tornanti), discesa verso Bormio. Qiundi da Grosio si scala il passo del Mortirolo. Si scende sino a Monno per dirigersi a Ponte di Legno, per poi salire verso passo Tonale. Dall’alta Val di Sole si scende per Vermiglio. Si prosegue per Dimaro, Malè, Revò e Fondo, per attaccare l’ultima salita: il passo Palade. Infine, la discesa verso Lana e Merano. Il tempo massimo è di 20 ore.

«La chiusura del Gavia - dice Gregori - ha comportato qualche defezione nelle iscrizioni, tuttavia si sono state accreditate 170 persone di cui 161 uomini e 9 donne. Diversi anche i richiedenti non ammessi, per non aver saputo dimostrare sufficiente preparazione fisica per affrontare la prova». Lo staff si compone 24 volontari che supervisioneranno il regolare svolgimento della prova, impegnati ad allestire i punti di controllo dei passaggi sui passi e per l'organizzazione anche i ristori. «Da qualche anno - continua Gregori - non tolleriamo chi non rispetta il divieto di abbandonare carte, involucri e quant’altro, se non nei punti di raccolta situati ai posti di ristoro. L’esclusione dalla manifestione sarebbe immediata fosse anche che mancassero pochi chilometri al taglio del traguardo». Al termine della fatica, per tutti pasta party al ristorante bar della sede di via Piave 46 (luogo di partenza e arrivo della prova). Ai ciclisti che avranno superato la prova, saranno rilasciati gli attestati di conseguimento del brevetto. Anche quest’anno non è voluta mancare all’evento, la campionessa olimpionica di scherma Dorina Vaccaroni, ottima ciclista.















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